"Se è vero che l’istruzione parentale è consentita dal nostro ordinamento, è pur vero che il ricorso a essa potrebbe essere circoscritto a casi particolari e a situazioni di necessità. La Convenzione di New York del 1989 parla di diritto all’educazione e all’istruzione come di un binomio
“La scuola in presenza è un valore - dice la Garante all'Adnkronos - Senza di essa i ragazzi perdono occasioni di socialità e crescita. Lo abbiamo visto con la didattica a distanza, della quale stiamo studiando le ricadute anche sul benessere psicologico di bambini e adolescenti. Ciò non toglie che l’istruzione parentale, il cosiddetto homeschooling, non abbia una sua funzione e una sua legittimità. Il numero degli alunni che studiano a casa rispetto al 2018-2019, dai dati diffusi ieri da AdnKronos, risulterebbe in crescita. Ma ciò può forse essere collegato al fatto che il 2020, anno al quale si riferiscono i dati, è stato anche l’anno del lockdown e della Dad".
Secondo la Garlatti, "in ogni caso sarebbe necessario approfondire meglio, con indagini ad hoc. Si tratta comunque, in termini assoluti, di un fenomeno circoscritto: nell’anno scolastico 2020-2021, sempre esaminando gli stessi dati, l’istruzione parentale ha riguardato solo due alunni, ogni mille, iscritti a scuola e per il 65% si è trattato di bambini in età di primaria. I tassi più alti sono stati registrati in Friuli-Venezia Giulia, quattro ogni mille, e in Veneto e Marche, con tre su mille, mentre a sud – per esempio in Basilicata e in Calabria, l’homeschooling è pressoché irrilevante".
"I genitori, secondo la Convenzione di New York e la costituzione italiana, hanno entrambi la responsabilità dell’educazione del fanciullo e sono chiamati a provvedere al suo sviluppo. Perché però tali diritti siano attuati anche a casa è opportuno che la qualità dell’istruzione sia conforme agli standard definiti a livello ministeriale e ne rispetti il curricolo e che sia assicurata la relazione con i pari e con altri adulti - ricorda la Garante dei minori - Sarebbe utile la previsione di un progetto educativo a priori presentato dagli stessi genitori-insegnanti, mentre un controllo annuale in sede di esame, da privatisti, rischia di arrivare tardi rispetto alla realizzazione del diritto all’educazione che deve essere assicurato a ogni minore. Questi aspetti - conclude - potrebbero essere oggetto di una disciplina più specifica rispetto alle previsioni attuali, così da assicurare istruzione di qualità, socialità e un armonico sviluppo".
(di Roberta Lanzara)