Coronavirus in Italia, i reparti di terapia intensiva italiani "reggono, nel breve periodo non destano preoccupazione, anche se monitoriamo costantemente i dati e rispetto a previsioni di medio periodo, al netto della ripresa delle attività, dalla scuola al lavoro in presenza, guardiamo al completamento delle vaccinazioni ma soprattutto
"L'unico allarme che ci sentiamo di lanciare - dice - è 'attenzione perché avere dati confortanti non significa liberi tutti per pericolo scampato'. E se la situazione delle terapie intensive non preoccupa al momento - ribadisce Vergallo -, è merito di una copertura vaccinale piuttosto alta, anche se ancora lontana da quel 95% che ci renderebbe più tranquilli". E ancora, il presidente Aaroi si dice "allibito dalla diffusione di continue manifestazioni no Green pass, strumento che ci ha permesso di tornare, quasi, alle attività dell'epoca pre-pandemica".