"C'è bisogno del diritto alla verità, anche in questa storia dell'amico Renato Cortese e sei suoi collaboratori della Squadra mobile, sono persone che subiscono questa ingiustizia e questa violenza. E di fronte a questa situazione noi non possiamo stare zitti, ma soprattutto non possiamo stare inerti. Non si può parlare di
"Aveva ragione Leonardo Siascia quando diceva: "L'Italia è un paese senza verità e senza memoria", lui si riferiva al terrorismo, storie rimaste a volte nel mistero -prosegue don Ciotti - Ci sono qui amici a cui sono state strappati i loro affetti, e Renato cortese ha impegnato buona parte della sua vita nella ricerca di quegli assassini". E ricorda il "rispetto e il silenzio" di Renato Cortese che "si è chiuso in un silenzio rispettoso". Un uomo "delle istituzioni, un uomo elegante". Presenti alla rappresentazione teatrale magistrati, come l'ex Procuratore aggiunto di Palermo Leo Agueci, ma anche parenti di vittime di mafia, come Flora Agostino, sorella dell'agente di Polizia ucciso con la moglie da Cosa nostra e Alice Grassi, figlia di Libero Grassi, docenti universitari come Aldo Schiavello, diversi giornalisti e molti colleghi di Renato Cortese.