Sulla variante Omicron, "ci vorranno diversi mesi per avere risposte scientificamente valide su quale sia esattamente l'efficacia dei vaccini e degli anticorpi monoclonali". Lo premette Luca Pani, ex direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, oggi docente alla University of Miami negli States e a Modena in Italia. Ma il problema
L'esperto lo aveva previsto. In un suo recente intervento, su 'Pharmadvances', prima che Omicron finisse sotto i riflettori del mondo, Pani aveva esplorato insieme allo storico della medicina Gilberto Corbellini le vie dell'evoluzione virale, analizzando anche la possibilità di una variante tale da eludere vaccini e anticorpi monoclonali e ricordando che, in laboratorio, "Sars-CoV-2 ha sviluppato rapidamente una resistenza agli anticorpi monoclonali ma ha lottato per sviluppare resistenza contro un cocktail di anticorpi, mirato a siti multipli e diversi". In breve, uno dei messaggi del testo era: "Pasteur ci ha permesso di immaginare e costruire vaccini o farmaci, mentre Darwin ha spiegato, con la sua teoria della selezione naturale, che nemmeno con i mezzi della medicina più avanzata riusciremo a realizzare il migliore di tutti i mondi possibili".
Pani sposta, dunque, il focus del discorso: "Ora noi - conclude - abbiamo bisogno invece di antivirali orali, che agiscano sulla replicazione virale, che possiamo produrre a livello globale in modo massivo e low cost per trattare le persone con infezione da Sars-CoV-2". E "non dobbiamo perdere di vista un elemento importantissimo: che nelle rianimazioni di tutto il mondo vediamo casi di Covid grave circa 10 volte di più in pazienti non vaccinati, alcuni dei quali a rischio e molto vulnerabili per trapianti d'organo, età molto avanzata, con gravi malattie polmonari, cardiovascolari e metaboliche concomitanti. E questo è un problema da affrontare, aumentando il più possibile le adesioni alla vaccinazione anti-Covid, e lavorando su quel bacino rappresentato dalle persone esitanti".