(Adnkronos) - "Meloni non sa di che parla. Il modello cinese", battezzato 'zero Covid', "non è proprio stato applicato all'Italia. Le nazioni che hanno applicato il modello cinese, come la Nuova Zelanda e l'Australia, o la Sud Corea e il Giappone, sono uscite da questa epidemia a testa alta, con un bassissimo numero di morti e
Crisanti replica citando invece "il modello testato a Vo' Euganeo, cioè quello dei test di massa", e osserva all'Adnkronos Salute: "Meloni non sa di cosa parla. Non è una colpa sua, perché non ha le competenze scientifiche e forse non è circondata dalle persone giuste. Il modello cinese non è il lockdown - precisa - Il modello cinese è la sorveglianza di massa che è stata applicata con successo in Giappone, in Corea, in Vietnam, in Australia, in Nuova Zelanda - elenca - Modello che poi è stato abbandonato nel momento in cui sono arrivati i vaccini. Quindi di che si sta parlando?".
Crisanti ammette d'altra parte che il modello cinese non può essere più valido per il futuro. "Perché il virus è cambiato e ha un'altissima trasmissibilità. Sarebbe quindi difficilmente applicabile", ragiona. Se dovesse invece arrivare una nuova pandemia portata da un nuovo virus, "non si può dire" a priori che non sarebbe utile adottarlo. "Il punto fondamentale, guardando a Covid, è che il modello cinese non è stato applicato in Italia e stiamo discutendo di una cosa che non esiste", incalza. Speranza poteva fare scelte diverse? "Vanno considerate le complessità legate al fatto che l'Italia fa parte della Comunità europea e questo forse avrebbe reso molto difficile il modello che ha permesso con successo di controllare l'epidemia in altri Paesi, perché la libera circolazione di merci e di persone mal si adatta con un modello che impone controlli. Speranza - conclude Crisanti - ha fatto quello che poteva. Punto".