Esce il nuovo Dizionario dell'Italiano Treccani: non parla 'vocabolariese' e non ha (quasi) 'abbr.'
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Esce il nuovo Dizionario dell'Italiano Treccani: non parla 'vocabolariese' e non ha (quasi) 'abbr.'

Cultura
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Non adotta il "vocabolariese" né le "abbr". Infatti "è nuovo per la lingua che adotta - spiegano orgogliosi dall'Istituto dell'Enciclopedia italiana più celebre d'Italia, parlando del debutto del Vocabolario -, un progetto ambizioso e innovativo.

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Proprio sull'ultimo margine dell'anno 2022, la Treccani ha deciso di far uscire il suo prestigioso dizionario. Il 'vocabolariese', sottolineano ironici, è "quella sorta di linguaggio iniziatico che porta a definire una semplice vite come un 'organo meccanico di collegamento, costituito da un gambo cilindrico o conico, sul quale è inciso un solco elicoidale il cui risalto (detto filetto o verme) va a impegnarsi tra i risalti di un solco analogo (preesistente o generato dalla sua stessa rotazione)".

Ma le sorprese non finiscono qui. "Abbiamo ridotto al minimo sia le abbreviazioni, sia le marche d’uso. Allo stesso modo, abbiamo limitato al massimo la segnalazione di usi tradizionalmente qualificati con le marche fig. (= figurato) o estens. (= estensivo)". Il lettore che consulti la voce prodigio leggerà semplicemente che la parola può indicare non solo un ‘fatto, fenomeno, evento che sembra andare oltre i limiti della natura’ ma anche una ‘persona o cosa che dimostra qualità straordinarie’, senza che ci sia bisogno di precisare che, come è ovvio, il primo è un significato letterale mentre il secondo è un significato figurato".

E' stata eliminata inoltre anche qualunque "forma di cortocircuito lessicografico, evitando di obbligare lettori e lettrici a rimbalzare da una voce all’altra, in una catena di rinvii, che creano spirali senza fine": nel Nuovissimo Treccani le spiegazioni di una parola sono sempre autosufficienti, e chi legge non è costretta o costretto, per comprenderle, a cercare il significato di un’altra parola presente nella spiegazione stessa".

Definizioni rigorose, dunque, come sempre, "ma semplici e comprensibili, di tutte le parole". Ma proprio tutte, comprese insomma quelle di àmbito tecnico-scientifico, per la definizione delle quali "ci siamo impegnati a rispettare il primo diritto di chi legge, che è quello dell’immediata intelligenza dei significati".

Sono stati infatti privilegiati i lettori più giovani, quelli della Scuola secondaria di secondo grado e quelli del Triennio universitario: dei moltissimi termini tecnico-scientifici raccolti in questo dizionario, hanno avuto uno spazio e un’attenzione particolari quelli ricorrenti nei testi scolastici e universitari di architettura, arte, biologia, chimica, diritto, economia, educazione alla cittadinanza, fisica, geografia, informatica, ingegneria, matematica, medicina, musica, pedagogia, psicologia e storia.

Grande spazio poi alla grammatica. E ce n'è proprio bisogno. Da una parte "abbiamo riscritto tutte le voci grammaticali, ricordando che la norma non è stabilita una volta per sempre, e viene rimessa continuamente in discussione dall’uso; dall’altra abbiamo chiuso molte voci con altrettante note d’uso evidenziate in rosa nelle quali sono risolti i dubbi grammaticali più comuni, legati a una determinata parola. Così, per esempio, chi consulti le voci "latte, psicologo o vicino" e si chieda se si può dire i latti al plurale, se la parola psicologo richieda l’articolo il o l’articolo lo, infine se sia meglio dire o scrivere vicino casa o vicino a casa troverà una risposta per ciascuno di questi dubbi". Cosa niente affatto usuale oggi.

 

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