In 'Cinema Speculation' di Tarantino le cronache di uno spettatore 'innamorato'
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
28
Dom, Apr

In 'Cinema Speculation' di Tarantino le cronache di uno spettatore 'innamorato'

Cultura
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Di Quentin Tarantino si sa che fa bene il cinema perché innanzitutto 'ama' il cinema. Come è evidente dai suoi film, impregnati di citazioni altrui e di rivisitazioni di pellicole amate (a volte contro il comune pensiero critico). Non è un teorico raffinato, quando ne scrive o ne parla, ma - da regista - oltre alla passione ci mette anche l'esperienza, e questo non lo rende mai banale.

alternate text

 

Ne è una prova 'Cinema Speculation', la raccolta di scritti che 'La nave di Teseo' (pagg. 420, 20 euro) manda in libreria alla vigilia del viaggio in Italia dello stesso Tarantino, e che si muovono fra l'autobiografia da spettatore vorace e il racconto del commesso di videocassette, che ha visto tutto e tutti ricorda. Il tutto, come detto, con gli occhi del filmmaker che ha accesso a fonti di prima mano (come la compagna di Steve McQueen che racconta il dietro le quinte di 'Bullit') o che sa riconoscere i trucchetti dei colleghi e le qualità anche dei comprimari. Nelle note alla fine del libro - 420 pagine - vengono citati più di 700 film e un numero anche superiore di attori, registi, sceneggiatori: e per tutti Tarantino ha un ricordo, un aneddoto, un giudizio: una visione sulla quale si può essere d'accordo o meno ma che non nasce dal nulla, anzi, è sempre estremamente ben spiegata.

Il 'cuore' dei film raccontati, - da Un tranquillo weekend di paura a Fuga da Alcatraz e Taxi Driver - appartiene agli anni Settanta, un periodo a suo modo unico per il cinema, per le nuove vie sperimentate, per la maggiore apertura ma anche - cosa che a Tarantino non dispiace affatto - per la capacità di produrre film 'di serie B' - o meglio di genere - ma spesso di alto livello (vedasi il capitolo sull'horror, incentrato sulla figura mitica di Tobe Hooper).

E' un mondo che Tarantino per ragioni anagrafiche ha vissuto soprattutto da spettatore, prima di diventare amico o regista di molti dei protagonisti, ma che non viene raccontato per 'insegnare' nulla bensì per stimolare nel lettore lo stesso amore incondizionato verso il cinema che a dieci anni lo spingeva (grazie anche a genitori a loro modo 'illuminati') a chiudersi in una sala ogni volta che era possibile, per guardare film decisamente inadatti a uno spettatore della sua età.

Alla fine comunque, assieme all'autoritratto del 'regista da giovane', 'Cinema Speculation' trova le sue pagine migliori nel raccontare la figura di Floyd, un nero di 37 amico che divenne amico del Quentin adolescente, condividendone - e stimolandone - la passione per il cinema, con il sogno di diventare uno sceneggiatore. Floyd è un personaggio che potrebbe essere uscito da un libro di Bukowski così come da un film di Tarantino, un outsider destinato a scomparire nel nulla, per riapparire in questo racconto. Un perdente che è stato da esempio a un giovane destinato a vincere l'Oscar, insomma, una storia buona per un film.

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.