Enrico Berlinguer: 'La pace al primo posto, non precaria ma solida e duratura perché legata alla giustizia'
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
04
Sab, Mag

Enrico Berlinguer: 'La pace al primo posto, non precaria ma solida e duratura perché legata alla giustizia'

Cultura
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Passione, rigore, propensione ad anticipare i tempi e a superare steccati: ciò che ha segnato l’azione di Enrico Berlinguer nella politica italiana emerge oggi con ancora maggior forza in campo internazionale. È quanto rivelano ad esempio i discorsi, gli articoli e le interviste raccolti da Alexander Höbel, a partire dal 1972, quando Berlinguer assume la guida del Pci.

alternate text
Enrico Berlinguer durante un discorso.

 

Il volume "Enrico Berlinguer La pace al primo posto. Scritti e discorsi di politica internazionale (1972-1984)", curato da Höbel ed edito da Donzelli, sarà presentato domani a Roma.

Per l'occasione interverranno, oltre al coordinatore, Achille Occhetto e Andrea Riccardi, mentre la conduzione è affidata alla giornalista Mirella Serri. L'appuntamento è alla Camera di Commercio di Roma, alle 17, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano in Piazza di Pietra. L’incontro sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Fondazione Gramsci.

Sono quelli gli anni degli euromissili, dell’invasione sovietica in Afghanistan, dell’escalation nucleare, della guerra in Libano; ma lo sguardo del segretario sa andare anche oltre e in profondità. Per la prima volta nella storia, intuisce, il mondo è strettamente interconnesso e il suo cuore non è più l’Occidente: è necessario cooperare con le nuove realtà emergenti, anche per il bene stesso dei paesi industrializzati, i quali solo in questo modo potranno uscire dalla crisi. (segue)

La 'terza via' di Berlinguer e la pace prima di tutto

Una capacità di visione che coinvolge la Cee e l’intera Europa ("senza un contributo ai problemi dell’Est -diceva Berlinguer- non vi sarà sicurezza e sviluppo") e include l’Italia, per cui l’"austerità" qui invocata diventa strumento globale di efficienza e giustizia, per superare un sistema caratterizzato dall’individualismo più sfrenato, dal "consumismo più dissennato".

Lo stesso Pci, di cui con orgoglio, in uno straordinario discorso pronunciato nel 1976 a Mosca, al congresso del Pcus, rivendica la storia all’insegna della democrazia e della libertà, deve intraprendere una "terza via" che vada oltre il modello socialdemocratico e il "socialismo reale", accogliere le spinte anticapitalistiche provenienti anche dai movimenti di ispirazione cristiana, aprirsi alle istanze ambientaliste, alle battaglie femministe.

È la pace l’obiettivo su cui è costantemente focalizzato Berlinguer; una meta legata a multipolarismo e cooperazione, che si fa nelle sue parole tema spinoso e urticante, pungolo che sollecita all’azione, che impone una battaglia intransigente e a tutto campo contro le diseguaglianze, non solo economiche. Perché "una pace non precaria, ma solida, duratura, per essere tale non può che essere fondata sulla giustizia". Parole profetiche.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.