Ia, come la tecnologia incontra il divino nel libro di Ceresani
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Ia, come la tecnologia incontra il divino nel libro di Ceresani

Cultura
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(Adnkronos) - Quando Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili, la Bibbia divenne il primo libro a essere riprodotto su larga scala, trasformando per sempre il rapporto dell’uomo con la conoscenza, la cultura e la parola scritta. Oggi, a distanza di secoli, l’intelligenza artificiale si pone come uno strumento capace di

calcolare, elaborare dati e sorprendere persino chi l’ha creata, ma che solleva domande fondamentali su etica, intelligenza e responsabilità. Con il suo libro “DIO IO AI. La mente artificiale incontra il divino”, Cristiano Ceresani guida il lettore in un dialogo tra uomo, macchina e spiritualità, invitando a riflettere su come l’Ia possa essere utilizzata per il bene senza sostituire l’umanità e la profondità della coscienza umana.  

Il libro è stato presentato alla biblioteca del Senato, in un evento arricchito da una Lectio Magistralis del Cardinale Robert Sarah e da una tavola rotonda di esperti. Ceresani ha sottolineato che l’Ia è uno strumento potente che “deve essere utilizzato per diffondere il bene. Gli stessi inventori ammettono di non avere capito come queste reti neurali funzionino così bene. Ha una capacità di calcolo che dà dei risultati sorprendenti. Il rischio è di antromorfizzarla”, ha ammonito.  

“L’intelligenza è veramente solo capacità di computazione? La risposta è no. La psicologia approfondisce aspetti dell’intelligenza che vanno oltre il calcolo. Si parla infatti di intelligenza emotiva e capacità empatica. Il problema della felicità umana non si risolve eliminando l’umanità ma impegnandosi nel raggiungerla in modo più pieno” ha precisato il Cardinale Sarah nel suo discorso. Mario Caligiuri, presidente di Socint, ha sottolineato come “l’intelligenza artificiale sia uno strumento che, saputo utilizzare, rappresenta una possibilità di prevenzione dei crimini, di interpretazione delle circostanze. Per la sicurezza è decisivo, il problema è come l’uomo è in grado di utilizzare questi strumenti e come vengono progettati. Le tecnologie possono servire alla democrazia se sono progettate in questa direzione”.  

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