Pasolini 100 - Dacia Maraini: "Ci mancano la sua lucidità e la sua testimonianza"
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Ven, Mag

Pasolini 100 - Dacia Maraini: "Ci mancano la sua lucidità e la sua testimonianza"

Cultura
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"Ci manca la sua lucidità e la sua testimonianza con l'anima e con il corpo: Pasolini viveva con passione le sue idee e i suoi sentimenti, le sue critiche non erano fredde analisi da laboratorio". E' quanto tiene a sottolineare la scrittrice Dacia Maraini, intervistata dall'AdnKronos, alla vigilia dell'uscita del suo libro 'Caro Pier Paolo', in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.

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"Di lui colpisce soprattutto il fatto che la sua testimonianza non sia stata soltanto da intellettuale ma abbia coinvolto l'intera persona. E per farlo tacere, non si poteva far altro che ucciderlo...", osserva amaramente.

Dacia Maraini speiga che "la sua non era una critica formale ma sostanziale, direi persino corporale, senza dubbio spirituale: lui metteva in gioco tutto sé stesso e per una società bigotta e impaurita questo era insopportabile. La sua è stata una testimonianza vitale, nel senso proprio e pieno del termine".

In tal senso, "l'uomo e l'intellettuale erano compenetrati in un'unica figura, che resta di estrema attualità per il modo provocatorio che aveva di far conoscere, di diffondere e di spiegare le sue idee: questo ha sempre colpito l'immaginazione delle persone e colpisce ancora oggi, il suo fascino intellettuale resta intatto, oggi come ieri. Basti pensare alla sua critica della globalizzazione e della società di mercato che trasforma l'uomo in merce, una cosa per lui intollerabile, proprio perché era un uomo dalla grande dimensione spirituale".

(di Enzo Bonaiuto)

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