(Adnkronos) - Maxi sequestro di oltre 900 chilogrammi di Granchio blu congelato di origine tunisina con etichettatura errata. L'operazione è stata eseguita dall’Ispettorato Centrale Qualità e Repressione Frodi del Masaf, come segnalato oggi dal ministro Francesco Lollobrigida, in quanto il prodotto era realmente Granchio
blu, come indicato, sebbene nella lista degli ingredienti riportasse esclusivamente mazzancolle. In seguito all'importante risultato l'Adnkronos ha interpellato Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca Confcooperative. "Il problema della tracciabilità è reale, lo Stato italiano ha un livello di capacità superiore rispetto al resto del mondo affinché i nostri prodotti siano ben garantiti. Il granchio blu, come altri prodotti dell'agroalimentare è soggetto a controlli serrati, visto anche il 'tormentone' di questo periodo" ha affermato Tiozzo.
"Io credo che il granchio blu di origine non nazionale costi di meno e, in un libero mercato è possibile acquistarlo, ma poi il rischio è che venga venduto come un granchio blu nazionale" aggiunge il responsabile di Fedagripresca. "Bisogna fare in modo che si tenga nell'opinione pubblica un profilo alto per il problema ambientale ed economico che stanno vivendo gli acquacoltori nelle lagune del Veneto e dell'Emilia Romagna. Ma il granchio blu da problema può diventare anche una risorsa, un prodotto da consumare sulle tavole. Magari, ben venga" conclude Tiozzo.