Finanza, Manifesto per la Nuova Economia: un patto per nuove generazioni
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
01
Sab, Nov

Abbiamo 2347 visitatori e nessun utente online

Finanza, Manifesto per la Nuova Economia: un patto per nuove generazioni

Economia
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Durante la plenaria pomeridiana della Conferenza internazionale Renessaince in Economics che si sta tenendo a Firenze, si è tenuta una sessione dedicata a come le giovani generazioni possano contribuire ad accelerare il cambio di paradigma economico. Renaissance in Economics insieme al Festival Nazionale

dell’Economia Civile hanno coinvolto e mobilitato in questi anni più di 10.000 giovani. Ora la prospettiva è quella di lavorare a un grande coordinamento nazionale per capire come poter applicare gli obiettivi dell’economia sociale e civile nei territori, a partire dalle università. che pongono il Manifesto della Nuova Economia al centro delle loro strategie di terza missione.  

Ad aprire i lavori, un videomessaggio del professore di finanza della University of Chicago’s Booth School of Business nonché ex governatore della Reserve Bank of India, Raghuram Rajan: “Siamo umani, non homo economicus. Ma ci sono periodi in cui somigliamo molto di più al secondo, di mentalità più ristretta e avida. Nascondiamo la testa sotto la sabbia e aspettiamo che i problemi sociali scompaiano. A volte, invece, saliamo sulle barricate e combattiamo le buone battaglie per il bene della società. Non capiamo però quando siamo uomini e quando homo economicus. L’intera area dell’economia comportamentale e del processo decisionale, che cerchiamo di analizzare, è un aspetto assolutamente fondamentale. Questo è ciò che il manifesto dice, ed è assolutamente prioritario lavorare di più su questo. Penso che stia accadendo, perché ci sono tutti gli incentivi per controvertire l’homo economicus”. 

Il professore di economia della Lums Giovanni Ferri, è invece intervenuto ad argomentare il secondo punto, relativo alla corporazione: “Non esiste la famosa mano invisibile - ha spiegato- se non la aiutiamo reintroducendo le esternalità. Non è un gioco facile, ma quello che l’Europa nella sua esperienza ha cercato di fare è proprio questo”. Ha poi ribadito come “il nostro futuro non è predeterminato, ma in gran parte dipende da noi e sarà come lo vogliamo solo se ci muoviamo in maniera determinata per raggiungerlo. In termini economici, siamo comunque di fronte a equilibri multipli che danno soluzioni diverse a problemi sociali che affrontiamo ogni giorno. A seconda di quale equilibrio scegliamo, si potranno compiere cambiamenti migliori o peggiori.” 

Il professore Francesco Salustri, docente di economia presso l’Università di Roma Tre, ha invece sottolineato: “Oggi noi accademici dobbiamo essere pensatori, creativi mentori, insegnanti stimolanti e gestori di risorse. Ma siamo formati per farlo? E soprattutto, è giusto che ad insegnare siano solo i migliori ricercatori? Oggi potrebbe non essere più così, per l’alto costo opportunità degli studenti a frequentare le lezioni in presenza. Probabilmente il valore aggiunto dell’insegnamento sta in competenze che non sono nell’alta ricerca, per cui non è necessario oggi che ad insegnare siano ricercatori di altissima qualità”. 

Author: RedWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.