Crisafi (Remind) e l'urbanesimo umano: "Riportare le persone al centro delle città e delle periferie"
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
27
Sab, Set

Abbiamo 3129 visitatori e nessun utente online

Crisafi (Remind) e l'urbanesimo umano: "Riportare le persone al centro delle città e delle periferie"

Economia
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - "Rigenerare le periferie in chiave umana vuol dire ripensare gli spazi comuni: cortili che diventano giardini di quartiere, aree industriali dismesse trasformate; in modo tale da creare luoghi e spazi per favorire gli incontri tra le persone con particolare riferimento agli anziani e ai giovani". L’urbanesimo umano "non

è un concetto astratto: è la possibilità concreta di ricucire la città, restituendo a queste zone dignità e opportunità". Così Paolo Crisafi, cavaliere di Gran Croce e presidente Remind, in occasione delle "Giornate Remind: sviluppo economico in armonia con il creato", in corso a Roma. 

Nell'era contemporanea, spiega Crisafi, "un profondo sentimento e una forte consapevolezza stanno prendendo forma all'interno delle società: la necessità di una nuova cultura dell'abitare che metta al centro le famiglie e le imprese non trascurando la tutela dell'ecosistema. Questa è la sintesi delle Giornate Remind per lo sviluppo economico in armonia con il creato svoltesi a Roma". L'urbanesimo umano "non si limita alla pianificazione degli spazi, ma ha come obbiettivo principale quello di mettere al centro le persone nei luoghi dove vivono, operano e transitano con particolare attenzione alle loro relazioni, privilegiando qualità della vita, accessibilità e partecipazione attiva alla vita della comunità. Un approccio che mette al primo posto chi la città la vive ogni giorno, non soltanto i dati sul traffico o i metri cubi edificabili. Questo approccio implica pensare agli spazi urbani come luoghi che devono nutrire relazioni, benessere e identità, più che semplicemente ottimizzare funzioni".  

"Progettare in questo modo vuol dire creare quartieri dove la socialità sia favorita da piazze, parchi e percorsi pedonali sicuri; dove i servizi essenziali – ambulatori, chiese, negozi, scuole – siano raggiungibili a piedi o in bicicletta o con mezzi pubblici sostenibili e funzionali; dove il verde, la luce e l’armonia degli elementi architettonici restituiscano un senso di bellezza condivisa. È un invito a ripensare la città come ecosistema umano, in cui le scelte urbanistiche diventino leve di salute pubblica, inclusione sociale e qualità della vita per tutti". E "se c’è un terreno dove questa sfida diventa cruciale, è quello delle periferie. Sono i luoghi nati spesso in fretta, con pochi spazi pubblici e collegamenti difficili". 

Author: RedWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.