Banche, Calcaterra (Bocconi): "Tassa extraprofitti fattibile, ma serve chiarezza su base e cap"
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Banche, Calcaterra (Bocconi): "Tassa extraprofitti fattibile, ma serve chiarezza su base e cap"

Economia
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(Adnkronos) - Un aumento della tassa sugli extraprofitti bancari dal 26% al 27,5% è “tecnicamente e normativamente fattibile”, ma solo se costruito con una base imponibile chiara, un tetto agli esborsi e un parere della Bce. A dirlo all’Adnkronos è Michele Calcaterra, professore di Corporate Finance alla

Bocconi, che avverte: “La misura può reggere sul piano giuridico, purché si evitino basi spurie e retroattività sostanziale. I rischi ci sono, ma sono gestibili”. 

Professore, la misura è fattibile?  

"Sì, tecnicamente e normativamente è fattibile, se la misura è formulata come imposta/“contributo straordinario” settoriale, approvata con legge e con base imponibile chiara. L’Italia ha già introdotto nel 2023 un prelievo sugli extra-margini con cap all’esborso e perfino un’opzione alternativa: invece di pagare, accantonare a riserva non distribuibile. Queste architetture esistono già nell’ordinamento e sono un precedente operativo". 

Rischi di incostituzionalità/retroattività/contenzioso?  

"Al riguardo le posso solo dire che la Costituzione non vieta in assoluto la retroattività tributaria, ma la Corte richiede ragionevolezza, proporzionalità e rispetto del legittimo affidamento, mi riferisco agli artt. 3, 23, 53 Cost". 

Come ridurre i rischi?  

"Introdurre tetti quantitativi (es. cap % su totale attivo); motivare con interesse generale e temporalità; definire con precisione base e periodo d’imposta; acquisire parere Bce (non vincolante ma influente)". 

Effetti sul comportamento delle banche (credito/costi ai clienti)?  

"La Bce nei pareri su prelievi bancari (Spagna, Lituania) avverte che tasse straordinarie possono ridurre redditività e capacità di generare capitale, spingere a restringere offerta di credito o ad aumentare spread/prezzi per compensare, incidere sulla resilienza in stress. La raccomandazione è quindi di valutare l’impatto macro-prudenziale e disegnare misure mirate e soprattutto temporanee". 

Un gettito da 1,75 mld di euro è credibile?  

La mia valutazione è che 1,75 mld può essere raggiungibile solo se il disegno allarga la base effettiva rispetto al 2023. Con un prelievo “fotocopia” ma aliquota al 27,5%, la proiezione a mio parere tende a sovrastimare.  

L’aggiunta di 1,2 mld di euro dalle rendite finanziarie e la riduzione della deducibilità delle perdite (dal 80 % al 54 %) quanto inciderebbero sul sistema bancario nel medio periodo?  

"In Italia gli interessi/dividendi/capital gain (esclusi titoli di Stato) sono tipicamente al 26%. Portarli al 27,5% è tecnicamente semplice, ma incide sui risparmiatori e può spostare la domanda verso strumenti governativi. Il gettito di +1,2 mld dipende molto dall’elasticità di portafoglio; storicamente, quando l’aliquota salì al 26% (2014), si osservò un ribilanciamento verso titoli pubblici. La deducibilità perdite 80%/54% è un intervento pro-gettito nel breve (alza l’Ires imponibile), ma: peggiora il costo del rischio ex-ante; può disincentivare cessioni/gestioni attive di NPL; 

Gli altri Paesi europei che fanno?  

"Molti Paesi hanno usato prelievi straordinari; l’Italia ha già una struttura collaudata (base su extra-margini, cap, opzione a riserva). Una semplice alzata d’aliquota è coerente con queste esperienze, purché la base imponibile sia limata per evitare problemi". (di Andrea Persili) 

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