Robot, avanzano gli umanoidi sempre più 'uguali a noi'
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Mer, Apr

Robot, avanzano gli umanoidi sempre più 'uguali a noi'

Economia
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Hanno un nome e un volto e ora cercano di avere anche un'anima. Sono i robot sempre 'più uguali a noi', automi con sembianze umane e avanzati gradi di interazione sociale tanto da riuscire ad entrare anche nelle corsie di ospedale per aiutare i medici in terapie psichiatriche o nei disturbi neurologici dello sviluppo.

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E l'Italia è in prima linea con questi nuovi step della robotica. In Toscana il Centro di Ricerca 'Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa ha realizzato Abel, un androide che somiglia ad un ragazzino di 12 anni e riesce anche a percepire ciò che lo circonda. A Genova l'Istituto Italiano di Tecnologia ha sviluppato iCub che ha forma e dimensioni di un bambino di circa 4 anni: é l’unico robot al mondo ad avere il proprio corpo ricoperto di una pelle artificiale - un sensore tattile - che gli permette di capire se e come viene toccato dall’uomo e di rispondere nella maniera adeguata. Il piccolo iCub - dall'inglese cube, cioè cucciolo - è il robot umanoide più diffuso al mondo. Attualmente sono oltre 40 laboratori nel mondo che usano iCub per i loro studi sull’Intelligenza Artificiale, in Europa, Usa, Giappone e Sud Corea. Da qualche mese, per la prima volta al mondo, il robot umanoide iCub è entrato all’interno di un centro clinico riabilitativo nell’ambito di una terapia sperimentale nel trattamento dell’autismo. "Abel ha una biomimetica spinta, con iCub abbiamo puntato di più sulla meccanica. E la realtà è che come italiani ci posizioniamo molto molto bene nel panorama della robotica globale" sottolinea Giorgio Metta - direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) , intervistato dall'Adnkronos.  

"La robotica in Italia è molto forte dal punto di vista della ricerca, la robotica è una tecnologia molto pervasiva e il nostro Paese fa molto bene. Se andiamo a guardare attraverso i data base internazionali delle pubblicazioni in robotica, l'Italia ha una performance che la colloca fra il primo ed il secondo posto al mondo, a seconda degli indicatori che vogliamo considerare" sottolinea Metta. Lo scienziato ricorda quindi - oltre a Abel del Centro di Ricerca 'Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa ed iCub all'Iit di Genova - anche "il gruppo di robotici di Napoli dell'Università Federico II, un gruppo molto forte sulla robotica industriale e un laboratorio interuniversitario insieme a diversi atenei del Sud e coordinato dal professore Bruno Siciliano". A questi si aggiungono, tra gli altri, "i robotici della Scuola Sant'Anna di Pisa e centri per le applicazioni biomedicali come quello del Campus biomedico a Roma. "La robotica è in Italia un settore molto vivo" rimarca Metta che è stato uno dei tre rappresentanti italiani al forum G7 sull'intelligenza artificiale del 2018 e uno degli autori dell'Agenda Strategica Italiana sull'Intelligenza Artificiale. Proprio Metta ha coordinato lo sviluppo del robot iCub per oltre un decennio rendendolo, di fatto, la piattaforma di riferimento per la ricerca nell'Intelligenza Artificiale e presente in decine di laboratori nel mondo.  

Le ricerche di Metta si svolgono nel campo dei sistemi bioispirati e della robotica umanoide, con particolare riferimento alla progettazione di macchine che possano imparare dall’esperienza. Dal suo lavoro sono nate - come autore o co-autore - di più di 300 pubblicazioni scientifiche oltre ad aver ricoperto il ruolo di Principal Investigator in circa una dozzina di progetti di ricerca internazionali ed industriali. La tecnologia sviluppata sul robot iCub, inoltre, sta trovando applicazioni in campo biomedico e riabilitativo: dagli arti robotici come protesi per amputati, all’esoscheletro per gli arti inferiori come supporto a pazienti paraplegici fino ad arrivare al trattamento di pazienti affetti da malattie nello spettro dell’autismo. Ed è proprio in questo ultimo ambito che da dicembre scorso è partita una sperimentazione di iCub presso il Centro Don Orione Boggiano Pico di Genova. Un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia e un’equipe medica dell’Opera Don Orione stanno sperimentando l’uso del robot bambino per migliorare le capacità di interazione sociale di bambini affetti da autismo. 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.