Israele, Hamas minaccia vita ostaggi ma apre a tregua. Due italiani dispersi
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Dom, Mag

Israele, Hamas minaccia vita ostaggi ma apre a tregua. Due italiani dispersi

Esteri
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(Adnkronos) - Dopo l'attacco a Israele e il raid dello Stato ebraico di oggi su Gaza, arriva l'ultimatum di Hamas sugli ostaggi, tra cui con ogni probabilità sono compresi anche 2 italo-israeliani. 

"Inizieremo a giustiziare un

prigioniero israeliano per ogni bombardamento su case di civili effettuato senza preavviso", l'annuncio fatto dai terroristi e ripreso da Haaretz. 

Hamas si dice tuttavia aperta alle discussioni su una possibile tregua con Israele, avendo "raggiunto i suoi obiettivi", ha comunicato un alto funzionario del gruppo palestinese, Moussa Abu Marzouk, precisando in un'intervista telefonica con Al Jazeera che Hamas è aperta a “qualcosa del genere” e a “tutti i dialoghi politici” quando gli è stato chiesto se il gruppo è disposto a discutere un possibile cessate il fuoco.  

L'esponente di Hamas ha aggiunto che il gruppo di cui fa parte ha catturato "decine" di israeliani con doppia cittadinanza, compresi alcuni con cittadinanza russa e cinese. 

Due italo-israeliani con doppio passaporto "non rispondono all'appello". Lo ha detto al Tg1 il ministro degli Esteri Antonio Tajani, spiegando che i due "non sono rintracciabili". I due cittadini italo-israeliani dispersi da 48 ore sono "un uomo e una donna, marito e moglie, che vivevano nel Kibbutz di Be'eri e non rispondono alle chiamate della famiglia, probabilmente presi in ostaggio o smarriti", ha detto poi al Tg2 il ministro. I due dispersi hanno cognomi ebraici: si tratta di Eviatar Mosche Kipnis e Lilach Lea Havron. 

Il servizio di soccorso israeliano Zaka ha reso noto che più di 100 corpi sono stati trovati a Be'eri, nel piccolo kibbutz nel sud di Israele, che sabato è stato attaccato da Hamas. La notizia arriva dopo che unità dell'esercito israeliano hanno ripulito l'area mentre erano di pattuglia. 

A seguito delle telefonate del fine settimana con i Ministri degli Esteri di Israele, Egitto e Giordania, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Tajani, ha avuto oggi contatti telefonici con il titolare degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Abdullah bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, e con il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini. Contatti con altri Ministri degli Esteri di Paesi della regione sono previsti nelle prossime ore. Lo scrive in una nota la Farnesina. 

“L’Italia sta lavorando con i principali partner internazionali e con gli attori più importanti a livello regionale per giungere a una rapida de-escalation”, ha sottolineato il Vicepremier. “Abbiamo ribadito la condanna dell’atroce attacco di Hamas contro Israele ma vogliamo scongiurare un ulteriore allargamento del conflitto, con il coinvolgimento di altri attori come il Libano, dove il nostro Paese è impegnato da anni con militari per garantire la pace”. 

Nel corso del colloquio con il Ministro emiratino, Tajani ha espresso apprezzamento per gli appelli alla moderazione di quelle Autorità, che hanno esortato Hamas a cessare le ostilità. “Hamas vuole impedire il riavvicinamento di Israele con i Paesi arabi, bloccando le prospettive di pace in Medio Oriente: i Paesi del Golfo possono svolgere un ruolo molto importante a favore della pace, anche per salvaguardare la positiva dinamica degli ultimi mesi”, ha commentato il Vicepremier. Tajani si è anche confrontato sull’attuale condizione dei cristiani in Terra Santa con il Cardinale Pizzaballa, che ha fornito un aggiornamento sulla situazione nella città di Gerusalemme. 

L'analista politico di Al Jazeera Marwan Bishara ha intanto affermato che la minaccia di Hamas sugli ostaggi è il segno che la situazione sul campo a Gaza sta diventando “disperata”. "Hamas - ha spiegato - è sempre più sotto pressione ha causa dei bombardamenti in corso e agli attacchi contro la popolazione civile di Gaza". 

"Si può notare abbastanza chiaramente - ha concluso l'analista - che maggiore è l'oppressione, maggiore è l'uso della forza contro i palestinesi, più brutale è diventata la resistenza palestinese nel corso degli anni". 

 

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