Israele, Iran: "Italia deve preoccuparsi per i suoi soldati in Libano"
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Ven, Mag

Israele, Iran: "Italia deve preoccuparsi per i suoi soldati in Libano"

Esteri
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(Adnkronos) - "L'Italia deve preoccuparsi per i suoi soldati in Libano". Lo ha detto al Tg1 il ministro degli Esteri dell'Iran Hossein Amir Abdollahian, aggiungendo che "la guerra si espanderà inevitabilmente, se Israele

continuerà con i suoi attacchi contro i civili a Gaza. In Libano e Yemen operano altre forze di resistenza che potrebbero aumentare le loro azioni". 

A proposito della missione dell'Onu in Libano, dove sono presenti mille soldati italiani, il ministro degli Esteri iraniano ha affermato che "l'Italia dovrebbe preoccuparsi per i suoi soldati, dal momento che l'area di confine del Libano è molto instabile. Ci sono scontri ogni giorno ed Hezbollah ha una propria strategia". 

"Riconosciamo Hamas come legittima forza di resistenza contro l'oppressione del popolo palestinese - ha detto ancora Hossein Amir Abdollahian - Non approviamo l'uccisione dei bambini, ma a Gaza sono già morti migliaia di bambini palestinesi e anche questo è disumano. Il 7 ottobre Israele è crollato: è crollato il suo sistema di sicurezza e politico. Resta soltanto la sua potenza militare che è manovrata dagli americani. L'Italia dovrebbe fare pressione sugli Stati Uniti per ottenere un immediato cessate il fuoco. Altrimenti il conflitto esploderà".  

 

Il Papa nel pomeriggio ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Iran Ebrahim Raisi. Lo conferma all’Adnkronos il portavoce del Vaticano Matteo Bruni. La conversazione è stata richiesta da Raisi. 

Secondo il sito della Presidenza iraniana e dell'agenzia Isna, Ebrahim Raisi, durante il colloquio telefonico con il Pontefice, ha affermato che "i crimini orribili e senza precedenti del regime usurpatore sionista che ha martirizzato quasi 10mila persone, di cui 4mila bambini è il più grande genocidio del secolo". 

 

 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.