Balcani e Mar Nero, il dialogo necessario: a Roma il 13 ottobre la conferenza “Building Bridges” della Ndcf
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Balcani e Mar Nero, il dialogo necessario: a Roma il 13 ottobre la conferenza “Building Bridges” della Ndcf

Esteri
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(Adnkronos) - In un momento di forte incertezza per la sicurezza europea, i Balcani e il Mar Nero tornano al centro del dibattito strategico internazionale. 

La regione resta un punto sensibile della proiezione euro-atlantica: tra

tensioni etniche, crisi politiche irrisolte e crescente influenza di attori esterni come Russia e Cina, si moltiplicano i rischi di instabilità e le vulnerabilità ibride che attraversano il Sud-Est europeo. 

Per discutere di queste sfide, si terrà lunedì 13 ottobre 2025 a Roma, presso il Le Meridien Visconti Hotel, la conferenza ad alto livello “Balkans and Black Sea Perspectives 2025 – Building Bridges: Defusing Hybrid Threats for Regional Stability”, organizzata dalla Nato Defense College Foundation in collaborazione con la Divisione Nato per gli Affari Politici e la Sicurezza (PASP), la Fondazione CSF e il Nato Defense College. 

Un focus sul nuovo equilibrio balcanico  

Una combinazione di minacce ibride, crisi politiche e stagnazione economica rischia di erodere la strategia regionale della Nato e aprire spazi per attori ostili. In questo scenario, il protrarsi dell’instabilità nei rapporti tra Belgrado e Pristina e le spinte secessioniste in Bosnia e Erzegovina "rendono urgente un rinnovato impegno euro-atlantico”, spiegano gli organizzatori. 

Da qui la necessità di “costruire ponti” — building bridges — e di rafforzare la cooperazione multilaterale tra Alleanza, Unione europea e partner regionali. 

Un’agenda di alto profilo  

I lavori si apriranno alle 15.45 con i saluti istituzionali di Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della Nato Defense College Foundation, e di Catherine Bourdès, direttrice per i piani accademici e le relazioni istituzionali del Nato Defense College. Seguiranno le opening remarks di Charlotte Hallengren, direttrice delle operazioni presso la sede centrale della Nato a Bruxelles, che introdurrà la cornice strategica dell’Alleanza nella regione. 

Il lascito degli Accordi di Dayton  

L’apertura ufficiale sarà segnata da un dialogo sul significato contemporaneo degli Accordi di Dayton, a trent’anni dalla loro firma. Protagonisti: Carl Bildt, già primo ministro e ministro degli Esteri della Svezia e storico mediatore nei processi di pace nei Balcani, e Milica Marinović, consigliera per la comunicazione del presidente del Montenegro. Un confronto simbolico su come la pace faticosamente costruita negli anni ’90 possa oggi essere preservata di fronte a nuove tensioni etniche e politiche. 

Sessione I – Nato strategy in the Western Balkans  

La prima sessione (16.25-17.25), intitolata “Nato strategy in the Western Balkans: achievements and existing challenges”, sarà dedicata all’evoluzione del ruolo dell’Alleanza nella regione e alla cooperazione con l’Unione europea. A moderare sarà Lara Jakes, corrispondente estera del New York Times da Roma. 

Interverranno: 

Peter Sørensen, rappresentante speciale dell’Ue per il dialogo Belgrado-Pristina e per le questioni regionali dei Balcani occidentali (EeaS, Bruxelles); 

Zeynep Alemdar, direttrice del programma di politica estera presso Edam (Istanbul) e una delle principali analiste turche sulle relazioni Nato-Turchia; 

Vessela Tcherneva, vicedirettrice del European Council on Foreign Relations (Ecfr) di Sofia, esperta di diplomazia europea e integrazione dei Balcani. 

Seguirà un keynote speech (17.55-18.05) di Lana Prlić, parlamentare della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, voce di una nuova generazione politica impegnata nel rafforzamento delle istituzioni democratiche del Paese. 

Sessione II – Foreign influences and hybrid threats  

La seconda sessione (18.05-19.05), presieduta da Solomon Passy, fondatore dell’Atlantic Club of Bulgaria e già ministro degli Esteri bulgaro, sarà dedicata alle ingerenze straniere e alle minacce ibride che attraversano la regione. 

L’analisi si concentrerà su due fronti principali: 

la disinformazione e l’influenza politica russa, spesso dirette a dividere le società e indebolire la fiducia nelle istituzioni; 

la penetrazione economica cinese, veicolata da investimenti infrastrutturali strategici che mirano a consolidare la presenza di Pechino nel Sud-Est europeo. 

I relatori saranno: 

Alina Bârgăoanu, preside del College of Communication and Public Relations presso la National University of Political Studies di Bucarest, esperta di comunicazione strategica e disinformazione; 

Edward P. Joseph, docente e senior fellow del Foreign Policy Institute alla Johns Hopkins University di Washington, con una lunga esperienza nei processi di pace nei Balcani; 

Valery Perry, senior associate del Democratization Policy Council di Berlino, studiosa delle riforme istituzionali in Bosnia e dell’impatto delle operazioni ibride sulla governance regionale. 

Le conclusioni e il messaggio politico  

A chiudere la conferenza (19.05-19.15) sarà Andrea Romussi, ministro plenipotenziario presso l’Ufficio Nato del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che offrirà il punto di vista italiano sulla cooperazione atlantica nei Balcani e nel Mar Nero. Secondo la Nato Defense College Foundation, i Balcani e il Mar Nero rappresentano “il fronte meridionale della sicurezza europea”, dove confluiscono le conseguenze della guerra in Ucraina, la competizione per l’influenza energetica e il rischio crescente di destabilizzazione politica. 

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