Ucraina, Macron: "Pace possibile è quella che Kiev deciderà"
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06
Lun, Mag

Ucraina, Macron: "Pace possibile è quella che Kiev deciderà"

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(Adnkronos) - "Vogliamo che sia il popolo ucraino a scegliere ad un certo punto, la pace, a scegliere il momento e i termini della pace". A dichiararlo è stato il presidente Emmanuel Macron, intervenendo all'evento di Sant'Egidio, 'Il grido della pace'. "Questo significa che c'è una prospettiva di pace: esiste, esisterà la

pace ad un certo punto, il momento verrà in funzione dell'evoluzione delle cose e quando il popolo ucraino e i suoi dirigenti lo avranno scelto secondo i termini che avranno deciso. La pace si costruirà con l'altro che oggi è un nemico, intorno ad un tavolo. E la comunità internazionale sarà lì".  

"Oggi però c'è un popolo aggredito, un popolo attaccato. E dall'altra parte ci sono dei dirigenti che hanno deciso di attaccare, assaltare invadere e umiliare. Quindi rimanere a margine di tutto questo pensando che bisogna rimanere neutrali vorrebbe dire accettare un ordine internazionale dove vige la legge del più forte che diverrebbe la legge di tutti e dove il dominio e lo stato di fatto potrebbero sostituire i nostri diritti. Questo non lo condivido", ha affermato ancora.  

LA RUSSIA - "Questa guerra è frutto di un nazionalismo esacerbato, alimentato dal potere russo che si è nutrito dell'umiliazione scaturita dalla dissoluzione dell'impero sovietico, oltre che dell'isolamento. La Russia si è isolata dal resto del mondo e ci si è convinti che ci fossero delle minacce, che il resto del mondo avrebbe cercato di distruggere la Russia. Si è alimentato anche di una sorta di revisionismo storico che ha trasformato la storia moderna e contemporanea per giustificare ciò che non è altro che un progetto imperialista". 

"Cerchiamo di capire insieme perché questa guerra ci coinvolge tanto: segna il ritorno della guerra sul suolo europeo e poi coinvolge una potenza che possiede l'arma nucleare. Nulla giustifica questa guerra nulla spiega questa guerra". 

"Questa guerra oggi è la guerra di un potere che ha cercato di giustificare i propri atti, che ha costruito la propria narrazione. Non sono convinto che questa sia la guerra di tutto il popolo russo". "E, quindi, - ha proseguito - occorre lavorare, lavorare sottotraccia. Questo è essenziale: bisogna parlare al popolo russo, bisogna parlare alle coscienze perché questa guerra non può appartenere a tutto il popolo russo". 

 

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