Il transumanesimo secondo la visione di Yuval Noah Harari
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26
Ven, Apr

Il transumanesimo secondo la visione di Yuval Noah Harari

Il senso della vita
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Yuval Noah Harari
Yuval Noah Harari

 

Con il video di oggi ci spingiamo verso l’immagine di un nuovo mondo che pare sempre più sprigionarsi e materializzarsi. A parlare nel video Don Curzio Nitoglia che ci introdurrà nel pensiero, nella filosofia di Yuval Noah Harari. Il transumanesimo nella visione di questo filosofo.

Sappiamo tutti che i libri di poesia insieme a quelli di filosofia sono i meno gettonati di tutti. Questo Signore ne vende milioni di copie ed è l’ideologo di Klaus Schwab, ingegnere tedesco fondatore del World Economic Forum. Schwab era presente al recente, recentissimo G20, da poco conclusosi a Bali. Perché un privato cittadino avrebbe diritto di sedere tra i leader più potenti al mondo e avere pure il privilegio di tenere un discorso di fronte a tutta la platea, come se fosse uno di loro? Questa rimarrà una domanda priva di risposta, ma drizzate le orecchie e ascoltate bene cosa ha da dire il suo ideologo. Don Curzio ci spiegherà ogni cosa con dovizia di particolari e chi desidera può leggersi i cinque volumi di Harari e il saggio di Don Curzio in merito.

Ma dato che ci si sente sempre più trasportati verso un nuovo mondo sembra quasi che la realtà che ci circonda sia priva di parlarci, di nuovo e del nuovo, ma è veramente così o sono i nostri occhi affetti da miopia e le nostre menti così piene di vuoto, dipinto in vario modo, che non si accorgono che in ogni giorno è un incontro con una nuova proposta esistenziale, se siamo in grado di accorgercene?

Di recente, nella nostra amabile Magna Grecia, vengo condotta in una spiaggia lunga, attraverso un sentiero che si snoda tra il verde fitto di piante tipiche della macchia mediterranea. Qualche pino e molti eucalipti. La corteccia degli alberi rallegra ed adorna il sentiero. Una parete rocciosa, ricoperta di pale di fico d’india, compare al mio orizzonte visivo. Sotto questa parete -a strapiombo sul mare- attraverso un esile sentiero, si giunge ad una roccaforte militare che ora pare esser divenuta un luogo antico ed un punto di osservazione della distesa di acqua salata. Attraverso il sentiero mal tenuto, sdrucciolevole (niente si cura, si migliora), mi porto verso una scalinata, mezza franante, che conduce su un’estrema propaggine, dove il mare par biforcarsi e mutare di colore. Da un lato è verde smeraldo e le acque confluiscono nell’antro di una grotta. Nella bella stagione è possibile esplorare questo incavo di terra a nuoto e dall’altro, il mare, si tinge e fonde di blue nel blue intenso.

Nei pressi degli scogli si adagiano fluttuanti alghe color vinaccia in abbondanza. Solo questo fatto par ricordare come la natura nei suoi vari ambienti si richiami e comunica in forme somiglianti e consoni tra loro.

Lungo alcuni scogli, posti circolarmente, l’acqua vi aderisce in vario modo, a seconda la forza con la quale arriva, e crea bolle trasparenti, ghirigori, azzurri, fosforescenti, di ambo i colori che rammentano le performance luminose con l’acqua, ma che mai riescono a riprodurre la varietà davanti alla quale sono posta. Una mutevolezza continua, mai un ripetersi, sempre una nuova ed inaspettata sorpresa.

Su un muretto, la pietra par essere un tronco di albero, ha le stesse conformazioni. Può essere? Si sarà pietrificato un pezzetto di albero? Quanto nuovo, quanto da osservare solo in un pugno di mondo. Quante novità sotto i miei occhi, in breve lasso di tempo. L’umano, il bipede terrestre, invece, ha la pretesa lui di voler costruirne un nuovo mondo, un altro mondo migliore del presente.

Eppure proprio stamane al bar, un amico incontrato per caso, mi ha raccontato di una scritta letta su un muro su un’isola del Venezuela che lo ha sempre turbato e fatto pensare: ogni progresso è regresso. Sarà… Non è che l’uomo si è montato il capo di questi tempi?

Ad esempio con le auto… Sostituirle tutte… A tal proposito è già interessante la lettura di un testo dei primi anni ‘70 intitolato "Il rombo dei motori" dove sette esponenti della cultura italiana desideravano bloccare la propagazione delle auto mettendo a bella mostra tutti i danni che avrebbero prodotto all’umano. A parlarne Assunto, Bazzoni, Ceronetti, Pellifroni, Principe, Quadrelli, Todisco. Si legge dal retro di copertina: …il testo nato dall’impegno concorde di sette autori - sette uomini di cultura da tempo allineati su posizioni lucidamente critiche nei confronti del tema, contrassegnati anzi da una particolare spinta profetica nella condanna-, "Il rombo del motore" è una analisi netta, esauriente, e soprattutto impietosa del grande problema. I sette uomini di cultura si sono tenuti lontani dalle formule più facili (svolte sia a destra e a sinistra, zone verdi e sensi vietati) e hanno rifiutato la soluzione oggi più conclamata: la pianificazione del caos. Oggetto di questa loro indagine è dunque la specifica filosofia pratica e teoretica da cui ha preso spunto la mostruosa escrescenza. E ne balza fuori una drammatica realtà fatta di lacrime e sangue, di tragiche responsabilità come di distorte motivazioni. Nella dura denuncia sono così coinvolti uomini e idee, miti, illusioni, primo di tutti il concetto di progresso nella società permissiva. E noi a 50 anni di distanza basandoci anche solo su questo testo e pensando ad un nuovo parco di automobili e con un cimitero delle vecchie dismesse che avremmo mai da poter dire? Così come con aziende che chiudono ogni giorno i battenti ed altre che devono riqualificarsi? Per non parlare dell’uomo in se stesso…

Che sta avvenendo sotto i nostri occhi? Un qualcosa di clamoroso che neppure siamo in grado di avvertirlo, percepirlo.

Non sarebbe il momento di svegliarsi! Di darci un reciproco wake up? Ma diamo un’occhiata al mondo fin dalle sue origini.

Si può ritenere, calcando le scritture di Gianni Vannoni, che l’impulso iniziale del ciclo storico occidentale sia costituito dalle conoscenze superiori, esoteriche, che i sopravvissuti della civiltà atlantidea avrebbero trasferito alla civiltà nordica, anch’essa avvolta in gran parte nelle nebbie mitiche.

Se di Atlantide non rimane nulla, salvo la testimonianza di Platone, e qualche presunto frammento di terracotta, che ci viene proposto dal genio archeologico di Frobenius, la memoria del diluvio è tuttavia presente nelle scritture sacre di molti popoli della terra. Della civiltà nordica postdiluviana rimane invece un reperto grandioso come i magaliti di Stoneage; è tutta la riva nordeuropea dall’Iberia alla Scandinavia è disseminata di reperti megalitici, secondo una direzione che potrebbe indicare la risalita dei superstiti del diluvio verso le terre emergenti. Ogni civiltà è destinata a morire quando le acque la sommergono; il diluvio della barbarie ripete in senso antropologico lo scatenamento degli elementi, che segna le grandi cesure dei cicli di civiltà. Ma ogni volta il filo d’oro della tradizione viene messo in salvo da una scuola esoterica e rinasce una nuova civiltà, un nuovo modo di essere nel mondo che è rappresentato da un eroe culturale.

L’eroe culturale della civiltà nordica è Odino e la scuola che attua la trasmissione è quella sciamanica. Durante il declino della civiltà nordica, sommersa dalla barbarie, la scuola dionisiaca trasmette il suo insegnamento alla civiltà egea, il cui eroe culturale è Minosse. Il fenomeno si ripete con la civiltà ellenica il cui eroe culturale è Eracle, grazie alla trasmissione della scuola apollinea; e con la civiltà romana, il cui eroe culturale è Enea, per tramite della scuola stoica.

L’esaurimento della scuola romana è seguito da un lungo intervallo e rinasce soltanto intorno all’anno mille grazie all’apporto esterno del cristianesimo. Una scuola di origine orientale, la cui straordinaria potenza sovrannaturale riesce a risollevare il mondo occidentale dalla tragica barbarie in cui è caduto. Invece della temuta fine del mondo si assiste al fiorire della civiltà cristiana, dove la scuola esoterica ha preso la forma della cavalleria e il nuovo eroe culturale è Parsifal. Alla civiltà cristiana succede la civiltà moderna, il cui eroe culturale è il Faust… Quale sia l’eroe culturale del momento è difficile a dirsi. Da taluni è stato nominato per il ‘900 007… Su questa rapida è incompleta dissertazione sugli eroi culturali ed il filo d’oro vi sarebbe molto di più da dire e nel dettaglio, ma per non tediare oltre il lettore, non accanito, desideriamo arrivare al quid. Cosa accomuni ciascun eroe culturale ad un altro? Uno il perpetuare una conoscenza sulle origini del mondo, il portare avanti il filo d’oro, il solo che assicura ad una civiltà di potersi così definire e l’altra il viaggio. Ciascun eroe culturale non è eroe per nascita, ma perché attraverso un viaggio lo diviene.

Vi sono stati alcuni studiosi che si sono impiegati per farci conoscere il viaggio iniziatico compiuto dell’eroe, tra questi citiamo Campbell, studioso americano del mito.
Secondo Campbell, la vita dell'Eroe, a grandi linee, passa quasi sempre da questi stadi:

- nascita misteriosa;
- relazione complicata con la famiglia di origine padre (orfano, padre cattivo, ecc.);
- ritiro dalla società, apprendimento di una lezione (molte volte aiutato da una guida soprannaturale);
- ritorno alla società e riporto dei suoi apprendimenti in quella società, molte volte grazie ad un'arma - conoscenza superiore che solo lui/lei può usare.

In realtà il viaggio dell’eroe si compone da molteplici tappe, chi ne individua tredici, chi diciassette, che portano l’essere ad una vera e propria trasformazione di se stesso e nel suo stare nel mondo e tramite una conoscenza vera, autentica, è possibile per lui e per chi lo segue stare in modo consapevole nel mondo, in rapporto costante con l’asse orizzontale e verticale dell’esistenza, senza impoverire la vita, ma arricchendola di contenuti sostanziali.

L’assenza di un eroe culturale nella nostra epoca pone una duplice domanda: siamo realmente sul finire della civiltà occidentale e della sua spiritualità? Perché fino ad oggi questi due elementi hanno sempre camminato insieme. Saremo in grado di trasmettere, se vi sarà, una prossima civiltà, il filo d’oro ed in che modo?
Forse sarebbe il tempo di rileggere la vita degli eroi culturali ed i loro viaggi, le tappe…

Il nostro tempo, che da tanto valore al singolo, incita a divenirlo ad ognuno di noi. Tirarsi indietro sarebbe far torto alle stelle…

(VIDEO) "Transumanesimo secondo la visione di Yuval Noah Harari" - con Don Curzio Nitoglia

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

 

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