La Questione Maschile oggi
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03
Ven, Mag

La Questione Maschile oggi

Il senso della vita
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La Questione Maschile oggi
La Questione Maschile oggi

 

Si prende un aereo e non sappiamo mai con precisione come sarà il volo, cosa ci attenderà una volta che saremo atterrati. Si vola in plurimi modi e plurimi mondi. L’aereo compie il suo percorso. È in alto, tanto in alto.

L’azzurro par coprire la sfera che lo avvolge. Di tanto, in tanto, sotto l’aereo, nuvole grigiastre paion come la terra e come dosso dei monti. Dal finestrino si scorgono voli sottostanti che lasciano la scia ed, in fondo, in fondo, si mira non si sa più, se una barca in mare od altro volo, ma ancora una bava si forma. Sarà d’aria o sarà d’acqua? Il pensiero dove ha origine e dove porta? Chi lo traina?

A volta par sogno, a volte visione!

Questo scritto par formarsi su carta di riso. Vi è impresso con un pennello! Chi lo compone - vi vede - il pittore zen che si esercita nella sua pratica quotidiana. Il pennello non si tinge di nero e di china, ma di cobalto formato dalla polvere di lapislazzuli, da quella polvere da cui provengono disegni di cieli stellati. Questo scritto non è una accurata pittura medievale e tantomeno rinascimentale! È un tocco di pennello dove compare tanto bianco; il bianco di una origine che si conosce intuitivamente ed il bianco dell’imbiancamento a cui assistiamo, giorno, dopo giorno, della nostra tradizione culturale.

Una forbice è sospesa nell’aria. Una forbice che può essere in potenza e già forse in atto!

Imbianchiamo il mondo o stiamo recidendo il nostro cordone ombelicale? Nascerà un nuovo mondo? In terra oppure si migrerà nel bianco candore originario?

Questo scritto è per Teofilo, l’amico di San Luca, e, per il ricercatore spirituale dal cuore intrepido… Di chi ha la pupilla del cuore che tenta di aprirsi e tenta di affinare lo sguardo, nelle difficoltà del quotidiano, dove una fitta coltre di sonno ci avvolge perennemente…

“Invisibile” è in un certo senso ciò che non è dato a vedere, nonostante esista e sia tangibile…

Nel testo de "La forbice" così ci dice Ernst Jünger: "L’errore dell’uomo si ripercuote nel suo ambiente, sulla natura, forse addirittura sul cosmo. La ragione fondamentale è la sua curiosità, cui fa seguito la presunzione […]. Le piante e gli animali del Paradiso possedevano una forza inimmaginabile, infusa in essi immediatamente. Essa era superiore anche a quella degli animali dello zodiaco, che esercitano effetto ed influsso attraverso i loro segni, perché l’universo si muove nel tempo. Gli animali del Giardino dell’Eden non sono destinati alla riproduzione, essi vivono infatti prima del tempo. Sono tipi, ancora incorruttibili, come quelli di Linneo; il tempo non può intaccarli. Da questa parte del muro, la creazione è degradata a generazione. Deriva dall’“eros” cosmogonico, e dà vita a ciò che è mortale. Per questa ragione Noè raduna nella sua arca, affinché siano salve, coppie di animali" .

Anche Adamo ed Eva, cacciati dal Paradiso terrestre, paiono bisognosi di riprodursi. Si apprende dalle “Sacre Scritture”: “Tu Eva partorirai con il sudore della tua fronte”.

Nel Paradiso non pareva vi fosse di tale necessità. Con Adamo ed Eva sono stati creati il prototipo del maschio e della femmina così viene annunciato nella Genesi.

L’uomo racchiude in sé il seme e la donna lo accoglie e lo porta a compimento. Con la cacciata dal Paradiso, da un mondo della perfezione, la vita discende sul pianeta terra, dove inizia un processo di ispirazione ed espirazione.

Questa respirazione può essere intesa anche del cosmo e l’essere oscilla sempre tra l’essere e il nulla e il suo ritorno…ed è “in - divenire”.

Questa astrazione concettuale rappresenta il respiro del cosmo, ma anche la possibilità latente, ma non certa, di risalire per tutti alla fonte originaria, se uno non si disperde nel nulla…

Nella mitologia antica e soprattutto nordica e indiana avevamo la vacca, che rappresentava la fertilità ed il bestiame, il seme fecondava il ventre della dea mucca, la luce che innonda il firmamento. Sul piano cosmologico è l’amore fecondatore del Verbo spermatico, nel sistema solare la luce del sole, e negli esseri viventi la libido o energia sessuale.

Nell’uomo la libido è rivolta innanzi tutto verso se stesso, per la soddisfazione dei propri bisogni fisiologici che assicurano la sopravvivenza sua, e poi della specie; questa energia si eleva progressivamente sulla scala dei bisogni fino a raggiungere la più alta forma di sublimazione, che è la creatività; la creazione di se stesso come essere umano soddisfa il bisogno supremo, che è l’autorealizzazione.

L'uomo necessità di prendere consapevolezza del suo stare nel mondo e allora inizia l’avventura vivente che ha bisogno di crescere per adempiere ai bisogni della specie, ma anche a quelli di ordine superiore per non disperdersi nel nulla. Inizia un processo di conoscenza ed individuazione.

Dal punto di vista umano si crea il genere maschile e femminile affinché non solo possano procreare, ma anche divenire “un'unica carne”…e non solo…

L'esistenza umana come risulta ovvio può essere vissuta su più livelli e scale, a seconda della propria concezione esistenziale, e a seconda della propria capacità di percepire e concepire il mondo invisibile, A seconda della propria sensibilità a desiderare di connettersi ad una forza misteriosa che richiama a sè una calamita. Il sentirsi un ago magnetico che deve, costi quel che costi, attaccarsi al polo magnetico opposto. Ne avverte il richiamo.

Questa sensazione provoca, in chi l’avverte, di dover tentare di sublimare ogni avvenimento in vita. Vi ricerca, trova, un piano invisibile a cui non solo unirsi, ma anche attingere e conformarsi mentre l’esistenza terrena si dipana. Ed ecco, pertanto, che un incontro di un uomo e di una donna -può divenire- un percorso da cui si sviluppano più livelli intrecciati tra loro.

Interessante è questo passo del Vangelo: "… Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne.Così non sono più due, ma una sola carne…Non tutti capiscono questa parabola, ma solo coloro ai quali è concesso…
Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".

Se l’Occidente attraverso il cristianesimo ha sempre dato importanza all’unione matrimoniale e del generare, non possiamo tralasciare il messaggio che si ritrova ripetuto, in più parti del testo sacro, del seme, seminatore e dei frutti. Dalle piante, all’uomo tutto deve fruttificare. È come se fosse una parte della missione dell’uomo. Unirsi alla creazione.

In oriente attraverso il “Kama Shastra. Arte d’amare Indiana” si dice: possa questo trattato, Ananga Ranga, essere caro agli uomini e alle donne finché il santo fiume Gange scorrerà dal seno di Siva che sta con la moglie Gauri al suo fianco sinistro ; finché Lakchmi amerà Visnu’, finché Brahma sarà occupato nello studio dei Veda e finché dureranno la terra, la luna ed il sole!

“L’uomo che possiede l’arte di amare e che sa procurare alla donna un godimento completo e multiforme, avanzando negli anni modera le sue brame e può così pensare al suo Creatore, studiare gli argomenti religiosi e acquistare la scienza divina: e così eviterà ulteriori trasmigrazioni dell’anima e quando il romanzo della vita sarà debitamente finito salirà diritto al Cielo con la sua sposa.”

Infine, invece, si può studiare “L’eros in Cina”: certe pratiche erotiche, suggerite dal Taoismo, decaddero con l’invasione della Cina da parte dei mongoli nella seconda metà del tredicesimo secolo. Con l’introduzione del Tantrismo, filosofia della vita, derivata dal Buddhismo, che considerava la condotta sessuale dell’uomo come metodo di elevazione spirituale, i costumi si corruppero tragicamente, il mirabile equilibrio della società cinese si spezzò, l’amore fisico divenne fine a se stesso con tutte le sue illazioni e variazioni…

Pertanto notiamo che nel mondo è importante essere uomo e donna non solo per procreare, ma perché,attraverso una scala di amore, possiamo evolverci interiormente.

Questo lungo discorso nasce dall’incontro che vi proponiamo oggi con Armando Ermini: “La questione maschile oggi” .
Sulla traccia del suo libro “La questione maschile oggi” (Altrosenso, Belluno 2013, e Settecolori 2014), l’autore cerca di ricostruire le tappe, e le cause (sociali, economiche, antropologico/culturali in senso lato) di un secolare processo che ha portato la modernità a rifiutare il concetto stesso di identità sessuale, sempre esistito quantunque non identico nelle diverse culture.
L’uomo moderno, soprattutto quello occidentale, sembra pervaso da un’ansia ossessiva di cambiamento. Rifiuta così ogni lascito delle tradizioni precedenti,
e ogni “forma” solida da esse costruita, in favore di quella che il sociologo Zigmut Baumann definì la “società liquida”. In tale “rivoluzione culturale”, sul banco degli imputati sono stati fatti salire i concetti stessi di virilità, e in stretta quanto evidente connessione, quello di paternità, entrambi considerati troppo spesso tossici ed oppressivi. Di questi temi e non solo e dei possibili rimedi ne parliamo nel video che vi proponiamo.

In un momento come questo, abbiamo il timore di smarrirci anche come uomini e donne. Si rischia non solo di perdere la nostra identità sessuale, ma attraverso di essa quella possibilità di risalire alla nostra origine e non disperderci nel vuoto, nel nulla.

Riportiamo un altro pensiero di Ernst Jünger: "Forma e tipo sono modi dell’intuizione superiore. La concezione di forme conferisce una potenza metafisica, la comprensione dei tipi assicura una potenza spirituale. L’una e l’altra, pertanto, rientrano nel novero dei grandi temi che hanno impegnato in ogni tempo il pensiero e la riflessione.

La potenza reale, invece, si fonda sulla conoscenza dei fenomeni e della loro connessione tramite dati di fatto. In tal caso entra dunque in azione un sapere che poggia su un’intuizione più semplice.

Se l’accordo fra i tre ambiti viene turbato, ne conseguono disordini negli ordinamenti, anche confusioni linguistiche. I disordini sono necessari, perché attestano la sopravvivenza di posti vacanti, che incidono tanto più pesantemente quanto più nascoste sono le cause. Per il riempimento di questi posti vacanti, che in seguito vengono anche detti punti scoperti, non sono sufficienti mutamenti dei dati di fatto. Nemmeno la conoscenza e la scienza possono da sole ripristinare l’ordine. Il tema è semplice e in ciò sta la sua difficoltà…".

In un mondo della tecnica che ripudia il bello in virtù della perfezione della tecnica e affinché ogni singolo elemento possa funzionare per la sua forma nel modo migliore, può apparire strano che un uomo e una donna non risultino più importanti anche e solo per le loro forme anatomiche che dovrebbero servire alla riproduzione della specie. Questo pone in evidenza come la scienza presume di poter fare a meno di uomo e della donna per la procreazione. Non è più importante la formazione di coppie. Ma se la consapevolezza deriva da un processo non meccanico, ma di lavoro spirituale, che tipo di progenie avremo? Inoltre, un cibo, tenuto in su surgelatore, altera le sue qualità… Cosa può succedere allo sperma maschile raffredato? Vengono fatti studi adeguati sul mondo "invisibile"? Quello spirituale?

Una volta che viene spazzata via questo tipo di problematica, si nota, che si mira, più in profondità, rifiutando la genesi classica, ci moviamo in vista di una mutazione genetica che abolisca le differenze sessuali e coroni l’antico sogno di essere come Dio. In questa prospettiva la clonazione della vita umana, cui dovrebbe seguire la creazione dell’androgine, è da riconoscersi come la nuova frontiera della rivoluzione. Come nota giustamente M. Eliade, “Mefistofele e l’Androgine”, Roma 1971, p.91, questo modo di concepire l’androgine consegue ad una degradazione del simbolo. "Quando lo spirito non è più capace di percepire il significato metafisico di un simbolo, esso viene inteso su piani sempre più grossolani […]. Gli scrittori decadenti ignoravano che nell’antichità l’ermafrodita aveva rappresentato solo una situazione ideale che si tentava di attuare spiritualmente attraverso certi riti; tanto che, quando un fanciullo manifestava alla nascita segni d’ermafrodismo, era messo a morte dai suoi stessi genitori. In altre parole, l’ermafrodito concreto, anatomico, era considerato come una aberrazione della natura o come un segno di collera degli dei, per cui veniva soppresso senza indugio. Solo l’androgine rituale costituiva un modello, perché implicava, non il cumulo degli organi anatomici dell’un sesso e dell’altro, ma simbolicamente, la totalità delle potenze magico-religiose dei due sessi”. Sugli scrittori decadenti si veda M. Praz, “La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica”, Firenze 1966, dove si legge , pp 189-190: “È curioso seguir la parabola dei sessi durante l’Ottocento: l’ossessione per tipo androgino verso la fine del secolo è un chiaro indice di un torbido stato di confusione”. Sugli strani effetti dell’attivazione dell’archetipo nell’inconscio collettivo cfr. E. Zolla,
“Incontro con l’Androgino”, Como 1955.

A salvarci da queste e, molte altre domande che potrebbero emergere, ricorriamo alla visione non più della storia, ma salvifica della metastoria cioè di quell’insieme di valori immutabili che la storia tende continuamente ad attuare e che costituiscono il piano provvidenziale che regge la storia stessa…

E dove l’uomo non riesce a porre accordo vi è la musica. L’accordo è dato dal diapason. Vi riportiamo il suo significato etimologico che ci pare molto interessante. Per la nostra questione in particolare sono importanti gli ultimi righi , ma l'etimologia del termine è notevole...

DIAPASON: “Strumento che dà la nota fondamentale; intervallo d’ottava; estensione dei suoni di uno strumento. In senso figurato: toccare un livello alto (toccare il diapason), uniformarsi a un’opinione, mettersi allo stesso livello (salire al diapason)."

ETIMOLOGIA dal latino diapāson, prestito dal greco diapasôn che indicava l’intervallo di ottava ed era tratto dalla locuzione symphōnía dià pasôn khordôn ‘consonanza attraverso tutte le corde’, da intendersi come ‘tutti i suoni’. Abbiamo due significati principali. Il più noto è quello relativo alla forchetta a due rebbi inventata nel 1711 da John Shore, famoso trombettista di Händel. Serve per dare il La (di solito a 440 Hz, come già detto qui) al fine di accordare gli strumenti musicali. Essendo robusto e di metallo, ha un’intonazione molto stabile.

L’altro significato è ‘intervallo d’ottava’, alla base dei sistemi musicali di tutte le culture.

Gli antichi Greci avevano ben chiaro un concetto: fra tutti gli intervalli (escludendo l’unisono, che non si può considerare tale), quello di ottava è l’unico a produrre una consonanza talmente perfetta da rendere quasi indistinguibili i due suoni che formano l’intervallo stesso. Dunque, dall’ottava scaturisce un effetto di eufonica armonia. I Greci chiamarono tale relazione sonora appunto diapason, letteralmente ‘che attraversa tutte [le corde]’. Non è un concetto di natura esclusivamente estetica, il cui giudizio può essere sottoposto a un criterio soggettivo, ma è oggettivo, matematico, e si può verificare sia melodicamente che armonicamente. Con un po' d’estro artistico, si ottengono risultati decisamente migliori; qualcuno ricorderà cosa riuscì a combinare Edoardo Vianello con la sua: "A- a-, A- a-, A- a-, abbronzatissima!". Con le debite differenze, pensiamo anche allo Scherzo di Beethoven della Nona Sinfonia.

Così il grande teorico musicale, Gioseffo Zarlino, descrisse nelle Istituzioni armoniche la diapason, al femminile, come si usava nel Rinascimento:
Daremo principio al ragionamento delle consonanze dalla Diapason, ovvero Ottava: conciosiache di lei non si ritrova alcuna altra consonanza, che sia più semplice, et maggiormente conosciuta dal sentimento.

Questo sentimento, che proviene dal ‘sentire’ dell’orecchio e dell’anima, si esprime razionalmente, matematicamente, con una semplice proporzione dupla (2:1) ed è sperimentabile sul monocordo o sugli strumenti a corda, come la chitarra o gli archi. Infatti, dividendo una corda esattamente a metà e pizzicando una qualunque delle due parti, si ottiene una nota all’ottava superiore rispetto al suono prodotto dalla corda intera.

Altri intervalli possono essere calcolati partendo dalla proporzione dupla. Per esempio, sottraendo all’ottava (2:1) il valore della quinta (3:2) avremo 4:3, l’intervallo di quarta, ossia 2:1 / 3:2 = 4:3. Ricordiamo che per sommare gli intervalli, le proporzioni vanno moltiplicate, per sottrarle vanno divise.

Come sostenevano Pitagora e i suoi seguaci duemila anni prima di Zarlino, dall’armonioso movimento dei pianeti scaturirebbe un suono splendido, raffigurazione delle giuste proporzioni del Cosmo (non lo avvertiamo poiché lo sentiamo sin da quando siamo nati). E Platone, che com’è noto nella Repubblica aveva escluso le arti dalla sua città ideale, paradossalmente salva la musica, unica arte paideutica, cioè educativa, che permette di comprendere ritmo e proporzione, e quindi utile e necessaria. Insomma, i numeri sono alla base dell’armonia e dell’Universo. Perciò aritmetica, geometria e astronomia sono le compagne della musica, che sin dal primo Medioevo confluiranno nelle arti liberali del quadrivio.

La conformazione degli organi fonatòri maschili e femminili comporta un’estensione vocale di solito più alta nella donna e più bassa nell’uomo, com’è evidente. Perciò, quando intonano insieme la stessa melodia, spesso la donna canta un’ottava più acuta dell’uomo. Insomma, in questo modo realizzano, magari inconsapevolmente, una perfetta consonanza, una completa armonia. Alla fine, andare d’accordo non è così difficile e aggiungiamo noi dì Eumeswil non fosse solo per far della nostra vita un canto ed un inno di giubilo al Signore occorrono voci di donne e di uomini in armonia…

VIDEO. La Questione Maschile oggi. Con Armando Ermini 

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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