Il pneuma nella medicina tradizionale cinese e non solo
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Gio, Mag

Il pneuma nella medicina tradizionale cinese e non solo

Il senso della vita
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Pneuma: il soffio della vita tra Oriente ed Occidente
Pneuma: il soffio della vita tra Oriente ed Occidente

 

C’è un breve racconto buddhista che può servire a chiarire e a tenere a mente il messaggio a seguire attraverso un’immagine divertente. Narra di un studente cinese, Chu, che andò a fare una passeggiata in montagna con un amico.

Capitarono per caso tra le rovine di un tempio, dove, tra le mura crollate, un vecchio monaco aveva posto il suo eremitaggio. Avendo scorto i due che stavano per arrivare fin lì, il vecchio, aggiustandosi la veste, si fece incontro zoppicando per mostrare loro le antiche rovine. C’erano alcune statue di dei e, qua e là, su qualche pezzo di muro rimasto in piedi, anche alcuni vividi dipinti di persone e animali e alcune scene floreali. Chu e il suo amico ne rimasero incantati, soprattutto quando scorsero su uno di questi muri il dipinto di un piccolo villaggio: in primo piano c’era il ritratto di una bella ragazza, con un mazzo di fiori in mano.

Aveva i capelli sciolti, il che significava che non era sposata, e non appena Chu la vide se ne innamorò perdutamente. La sua immaginazione lo teneva incollato al leggiadro sorriso che aleggiava sulle labbra della ragazza quando, senza accorgersene, grazie ai poteri di quella volpe di Monaco, che pensava di dargli un insegnamento, Chu si ritrovò nella strada di quel piccolo villaggio: e là c’era anche quella deliziosa ragazza.

Lei lo salutò con gentilezza e lo condusse nella sua casa; subito i due giovani si trovarono coinvolti in una appassionata storia d’amore che durò parecchi giorni. Gli amici della ragazza, scoprendo che i due vivevano insieme in quel modo, si misero a ridere prendendola in giro e dicendo: “Oh, oh, e porti ancora i capelli sciolti!”. Le portarono delle forcine di tartaruga e, quando lei si acconciò i capelli raccogliendoli in alto con grazia, il povero Chu si ritrovò ancora più innamorato di prima! Ma un giorno essi udirono provenire dalla strada un frastuono terrificante di voci, uno sbattere di ferraglia è un risuonare di pesanti stivali. Corsero alla finestra e videro così che una compagnia di ufficiali imperiali era giunta nel villaggio per cercare gli stranieri che non erano registrati. La ragazza, atterrita, disse a Chu di nascondersi. Lui si cacciò sotto il letto, ma poi, sentendo provenire dalla strada un frastuono ancora più forte, scattò fuori e, correndo alla finestra per vedere cosa succedesse, sentì improvvisamente sbattere le maniche della sua tunica e scoprì di essere uscito dal quadro e di stare volando nell’aria, planando dolcemente verso l’amico e il monaco.

Essi si trovavano esattamente dove erano stati tutti e tre solo qualche attimo prima; e quando Chu si riunì a loro, sia lui sia l’amico rimasero stupefatti. Così si rivolsero al monaco per avere una spiegazione.

"Le visioni nascono e muoiono in coloro che le hanno" egli disse semplicemente. “Che cosa può aggiungere un vecchio monaco?”. Poi alzò lo sguardo verso il dipinto, imitato dai due amici. E sapete cosa videro? I capelli della ragazza erano raccolti in alto!

L’oscuro, che di per sé è rigido ed immobile, viene dissolto dal principio chiaro che penetra, al quale si sottomette in mitezza. Nella natura esso è il vento, che disperde le nubi accumulate e crea serena chiarezza nel cielo. Nella vita umana è la penetrante chiarezza del giudizio che annienta ogni recondito pensiero oscuro. Nella vita della comunità è il potente influsso d’una ragguardevole personalità, la quale svela e disperde ogni trama tenebrosa…

Accogliamo - a mente sgombra - il soffio vitale, percepiamo il nostro respiro coscientemente. Tutto il mondo organico sulla terra è accumulato dal pneuma, il soffio vitale. Grazie a Lucio Sotte vediamo come è descritto in occidente ed in oriente. Un viaggio indimenticabile tra le parole e le immagini che ci propone Luigi Sotte che maestralmente ha saputo rivelare ed illustrare il sapere del nostro mondo e della Cina attraverso la medicina tradizionale cinese che comprende la ginnastica, l’alimentazione e la medicina. Si sentirà parlare di canali energetici, del Qi, di cos’è, come si alimenta…

Di unione tra cielo e terra. Si arriverà a parlare di BIOMEDICINA e di medicina olistica intesa come visione del tutto.

Lucio Sotte Medico-Chirurgo Specialista in Anestesiologia e Rianimazione, Esperto in Agopuntura e Medicina Cinese.
Formato in Agopuntura e Medicina Cinese in Italia, Francia, Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti e Cina, è docente al corso sui “Fondamenti razionali della medicina cinese” dell’Università di Chieti (1992-1996), a quello in Fitoterapia dell’Università di Siena dal 1994 e a quello in Agopuntura dell’Università degli Studi di Milano (1999-2008). Attualmente svolge la sua attività professionale di Agopuntura, Farmacologia, Massaggio, Dietetica e Ginnastica Medica Cinesi. È il direttore della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese organo della Fondazione Matteo Ricci per la medicina cinese…

Questo video con Lucio Sotte è una sorte di visione che ci mostra l’origine del respiro nella Bibbia! Il soffio di Dio… e molto, molto altro… Lucio Sotte è stato anestesista ed ha lavorato nei reparti di rianimazione! Ci espande le conoscenze su questo soffio vitale aprendoci alle antiche conoscenze di Oriente ed Occidente come in una visione… noi accompagneremo, in sordina, in sottofondo il video con un scritto descrittivo di Ernst Jünger…"

Kuala Lampur, 10 aprile 1986
Siamo andati in città, con l’interprete dell’ambasciata, fino alla farmacia cinese, la Medical Hall. L’interprete si chiama, se ho ben capito, Au Pin Pin, che vuol dire la “cortese”. Questa signora traduce dal mandarino in inglese e viceversa.

Eravamo annunciati; il farmacista Lee Tan Shep e sua moglie ci salutarono e fecero servire il the. Oltre a loro, nel negozio movimentato da un grande andirivieni, c’erano un aiutante e la sua figlioletta di cinque anni. I clienti si trattenevano a lungo, poiché questo è un farmacista che non solo si cura di loro fornendo medicine, ma viene anche consultato. Può essere definito un iatrochimico, come ce n’erano ai tempi di Paracelsus. Ha studiato medicina a Ipoh per quattro anni, e per un anno, a Hong Kong, farmacologia.

Il concetto cinese di salute comprende diversi aspetti di benessere: corporeo, spirituale e sociale. È questo il fine a cui tende il trattamento medico, e qui l’equilibrio tra Yin e Yang ha il ruolo fondamentale. Il paziente siede di fronte al medico il quale ne osserva il volto e particolarmente gli occhi, lo fa parlare, esamina le pulsazioni toccandogli entrambe le braccia e il dito indice, insomma cerca di ottenere i dati per un giudizio complessivo sul suo stato psicofisico, dopo di che egli dispone e indirizza il trattamento.

La farmacista distribuì su un vassoio dodici medicamenti tratti dai tre regni della natura, e pose accanto delle palline che aveva impastato durante la notte. Ci indicò alcuni degli ingredienti: fra essi bile di serpente e polvere di ippocampi dissecati. Poi si comportò come se fosse seduta di fronte a un paziente; per portare Yin Yang a un punto di equilibrio cominciò a maneggiare staccando qui un pezzo da una tavoletta e là aggiungendo una presa a una polvere.

Per pesare la polvere e le pastiglie o per dosare i veleni, ella si servì di un grazioso e delicato strumento che trasse fuori da una custodia. Benché le pastiglie siano costose, anche alla figlioletta dell’aiutante ne vengono offerte alcune, pestate in un mortaio e disciolte in una bevanda. Devono essere queste pastiglie a produrre nelle persone il colorito chiaro che viene tanto più apprezzato quanto più si avvicina al bianco splendente della porcellana Ming. Possono essere ridotte in polvere, con la quale la sposa s’incipria nel giorno delle nozze.

Anche la radice di ginseng è costosa, ma indispensabile. Ne vedemmo un frammento, della lunghezza di una mano, il cui prezzo era di ottanta dollari. Poiché nelle varie parti del mondo il ginseng viene venduto ai prezzi più diversi, mi domando quale sia il criterio che permetta di valutare la differenza. Un criterio è certamente il luogo di ritrovamento: la migliore radice è quella che si estrae con scrupolosa avidità in zone solitarie della Corea e della Manciuria; il fortunato rivenditore la segna con una asticella e la lascia maturare completamente. Devono esserci però anche sostanziali criteri di qualità. Non sono riuscito a sapere nulla in proposito, forse perché non sono stato capito per differenza di lingua, o perché è una conoscenza che deve rimanere segreta. La vera e propria unità di misura, capace di testimoniare la bontà della radice, è il successo ottenuto. Il ginseng ha il compito di rafforzare nel suo insieme l’energia vitale, e in particolare la potenza sessuale. La radice viene usata con parsimonia: o aggiunta, in piccole prese, ad altre medicine, oppure grattugiata in brodo di pollo. Dai nostri medici, il ginseng fu annoverato tra le superstizioni; ora lo ritroviamo di nuovo in ogni farmacia. Nell’antica Cina, il ginseng era l’ultimo dono che si dava al morente; secondo il mito, la mandragola è un attributo delle Tre Divinità e di Orione.

Viene magnificata la virtù terapeutica che si attribuì a un tipo raro di capriolo; essa si concentra nella bile e nella coda dissecata. Abbiamo veduto anche vescichette biliari di coccodrilli e di altri animali: sacchetti pieni di una sostanza simile a inchiostro secco. Contro i gonfiori derivanti da punture di zanzara si usa come rimedio una squama presa dalla corazza di un armadillo; si strofina dolcemente la squama sulla zona della puntura e il dolore scompare immediatamente.

Degli ippocampi, alcuni erano piccoli, altri grandi come mai ne avevo veduti, tali da ricordare i cavallucci di legno dei bambini. Un tempo li usavamo anche noi in medicina. Il venerabile Gesner li raccomandava come mezzo contro l’idrofobia; d’altra parte, egli diceva, essi “contribuiscono alla lussuria”. Forse non sono sulla strada sbagliata se nutro il sospetto che proprio quel grido d’allarme spiega la sovrabbondante offerta che qui si fa di questa merce. Qui gli ippocampi attendono mummificati i compratori, e così pure olocefali, rane e ogni altro ben di Dio custodito e pronto per essere polverizzato.

Le cucine e le farmacie cinesi sono già descritte in antiche relazioni di viaggi, un po’ come ricettario di cose ripugnanti, un po’ come ricettacolo collezione di rarità. Naturalmente, qui come dappertutto, in ciò che viene offerto si trova una gran dose d’imbroglio e di ciarlataneria. D’altra parte, la virtù terapeutica di parecchi preparati è accertata da secoli, anzi, da millenni. Si pensi al serpente: già nell’antichità, e ancora nel medioevo, il brodo di vipera era ritenuto incomparabile per ricostituire l’energia vitale. Anche qui c’è stata una riscoperta: il veleno di serpente è divenuto un potente farmaco - è l’antidoto per eccellenza.

È molto lodevole anche l’abitudine di non somministrare soltanto rimedi astratti come polveri, compresse e tinture, ma di esporre anche molte sostanza “in natura”. Anche nelle nostre farmacie si è sensibili a questa esigenza di ravvivare l’immagine, ed ecco la curiosità nelle vetrine. Forse proprio questo bisogno sta aprendo nuovi spazi alla medicina cinese nei paesi occidentali, e lo stesso sta accadendo con la gastronomia. La crescente diffusione dell’agopuntura è un presagio…

L’atteggiamento di preghiera è originario e naturale, non soltanto negli uomini, ma anche in animali e piante; potremmo cercarlo anche nella materia, nei suoi tessuti, nelle sue vibrazioni. Perché il cerchio si chiude ritornando al suo inizio, perché una superficie irradiata tende a dilatarsi? Forse vuole godere del sole più intensamente, come la lucertola che si appiattisce. Esistono piante che celebrano culti solari, altre, culti lunari.

In un ateo, l’atteggiamento di preghiera potrebbe consistere nel fumare una sigaretta. L’abitudine assumerebbe carattere di culto solo più tardi, qualora la coscienza o un’imposizione le conferiscano un rango particolare, o la ripetizione dell’atto compiuta con la debita misura divenga rituale. Ne scorgiamo una traccia nei film: chi ripensa a qualcosa, o premedita un delitto, o sta per prendere una decisione, o magari si prepara a un’impresa rischiosa, accende spesso e volentieri una sigaretta…

Circa trent’anni fa trapiantai ai margini del giardino un rametto del Sigillo di Salomone, che avevo portato con me dal bosco. Devo avergli scelto un luogo favorevole, poiché si rinnova a ogni primavera ed a poco a poco ha rivestito quel punto del terreno. Le piante conoscono il loro posto. Un esempio: abbiamo qui una fioritura di garofani che borda il giardino, e il cui seme selvatico è penetrato entro i miei confini; adesso è una striscia rosseggiante che orna il bosco.

“Il sigillo di Salomone dev’essere la misteriosa radice di mandragola che soltanto il picchio sa trovare, e i suoi possessori vedono spalancarsi dinanzi a loro tutte le porte”…

VIDEO. Pneuma: il soffio della vita tra Oriente ed Occidente. Con Lucio Sotte

 

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L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

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