''Quadrifogli'' di Ernst Jünger
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27
Sab, Apr

''Quadrifogli'' di Ernst Jünger

''Quadrifogli'' di Ernst Jünger

Il senso della vita
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La vista di un quadrifoglio immediatamente porta serenità all’essere e ci fa sentire di aver assunto un posto di privilegio nell’universo essere stati baciati dalla fortuna!

Un raggio di sole sembra averci colpito, illuminandoci.

''Quadrifogli'' di Ernst Jünger
''Quadrifogli'' di Ernst Jünger

 

Ci si chiede se il trovare un quadrifoglio avvenga per ricerca o attraverso l’intuito, il sesto senso, quasi una chiamata da un mondo sottile dal quale siamo permeati, ma al quale il più delle volte, non prestiamo attenzione e non conserviamo un ricordo e percezione attiva se non siamo semplici come esseri ed in buoni rapporti col cosmo, dediti al lasciarsi andare al vuoto e al puro percepire il mondo invisibile.

Un mondo che tesse maglie intorno alla nostra vita e la guida in modo strategico senza neppure farci rendere conto se, non si diviene almeno un minimo consapevole.

Quando questo avviene si intrecciano e mettono insieme tanti tasselli che apparentemente risultano sconclusionati ed a se stanti…

Il mondo del magico, il mondo dell’enigma, il mondo dei rebus è il mondo interiore che permea la vita di Jünger ed i suoi scritti.

È una ricerca continua ed al lettore appare come essere iniziati a quel mondo inviolabile e apparentemente inaccessibile dell’oltre…

In maniera velata Jünger pone in essere e porge chiavi per valicare i luoghi del mistero…

Ne La lettera dalla Sicilia all’uomo nella luna, un puro poema, poesia Jünger così si rivolge a Selene: Ti saluto: tu che sei maga ed amica dei maghi! Amica dei solitari. Amica degli eroi. Amica degli amanti. Amica dei buoni e dei malvagi. Conoscitrice di misteri notturni. Dimmi: là dove c’è un conoscitore, non c’è forse qualcosa di più del conoscibile?...

Inabissata mi pareva la mia piccola camera… Muti e immobili, gli oggetti riflettevano una luce estranea, come gli esseri marini che scorgiamo sul fondo coperti da una cortina di alghe. Non si ha l’impressione che qualcosa di enigmatico li abbia mutati? E il mutamento non è forse la maschera dietro la quale si cela il segreto della vita e della morte? Chi non conosce questi istanti di infinita attesa nei quali si resta in attesa, incerti se la voce dell’ ignoto di cui avvertiamo la presenza si farà udire di lì a poco, e nei quali ogni forma soltanto a fatica trattiene e ancora in se’ racchiuso ciò che essa nasconde? Uno scricchiolio nella travatura, un vetro che vibra come se una mano invisibile lo sfiorasse strisciando… ed ecco, la stanza carica di energia, è percorsa dallo sforzo di essere alla ricerca di un organo di senso capace di captare i tuoi segnali!

Ecco, appunto, che la vita umana può essere vista, interpretata ed agita per cercare di cogliere, decifrare, rapportarsi col mistero.

Così qualsiasi ricerca umana che si svolge nel mondo del presente e dello scibile può avvenire su più livelli. Qual’è il fine per me stesso di un avvenimento? Per il i mie simili? Per il pianera? Per il cosmo? Avviene che ogni cosa assume connotati, luce e sfaccettature differenti e ci sentiamo ricollocati in un’universo da scoprire.

Andando avanti nella lettura: Piace al pensiero indugiare sul nebuloso confine oltre il quale il numero diventa segno, gli piace girare intorno ai due poli simbolici dell’infinito, l’attimo e la stella, e compiere razzie sul campo di battaglia dell’infinita possibilità. Quale apprendista stregone non avrebbe desiderato collocarsi dietro gli artefici occhi d’uccello rapaci di telescopi, costretti dal mondo di orologi silenziosi a tracciare curve cosmiche? Quale non avrebbe provato il desiderio di entrare a far parte dell'affaccendata schiera degli psicologi? Qui il pericolo assume importanza; chi ama il pericolo, lo ama per rendersi responsabile. Egli desidera essere aggredito da un’arma più tagliente per conquistare una più tagliente responsabilità. Durante il giorno, la luce sembra nascondersi più che di notte. Chi ha gustato il dubbio, anche un assaggio, è risoluto ad incamminarsi alla ricerca del meraviglioso, non al di qua ma al di là dei confini della luce chiara. Chi ha dubitato una volta deve dubitare con intelligenza più profonda, se non vuole abbandonarsi alla disperazione. Se qualcuno sia in grado di scorgere nell’infinito un numero o un segno - questa domanda è l’unica e ultimativa pietra di paragone su cui saggiare la qualità di un intelletto.

Ma per ciascuno è diversa la posizione che deve essere raggiunta perché si possa essere all’altezza della decisione.

Felice il candore ignaro di vie di biforcazione e di soluzioni doppie e alternative, ma una felicità più veemente e più virile fiorisce sull’orlo dei precipizi, a questa asserzione basta far rimando, diciamo noi, ad un celebre racconto zen…

Continuando la lettura si pone accento sullo sguardo stereoscopico di cui sentirete nel video…

Ma quaggiù raramente è concesso di vedere il fine far tutt’uno con il significato. E tuttavia il nostro supremo sforzo giova a quello sguardo stereoscopico che abbraccia le cose nella loro più segreta e statica corporeità. Il necessario è una dimensione particolare. In essa viviamo, e noi soltanto possiamo, e soltanto nell’essere significante, osservare, le sue proiezioni.

Esistono segni, simboli, allegorie e chiavi decifratorie di vario tipo - siamo simili al circo che certamente non può veder nulla ma ha nozione della luce nella sua confusa e ovattata qualità di calore…

Questi enigmatici svaghi, questa catena di mirabili sforzi in cui consiste il nucleo della nostra storia - storia di battaglie tra uomini e dei - sono le uniche realtà che rendano l’uomo di studio degno di esistere.

Il vero paragone è questo: osservare le cose secondo la loro collocazione nello spazio necessario significa esercitare con mirabile tecnica l’arte del tiro a segno.

La sua base è la comune espressione dell’essenziale, il suo vertice è l’essenziale in sè.

È una specie di trigonometria superiore, il cui oggetto è la misurazione delle invisibili stelle fisse…

Non so e non voglio neppur tentare di descrivere l’improvvisa intuizione che mi venne in mezzo a quelle muraglie: che una simile valle può afferrare il viandante e penetrare in lui con il suo linguaggio di pietra, e questo è possibile a un paesaggio che sia pura forma.

In altri termini: l’intuizione che tale paesaggio ha a disposizione energie più profonde di quelle consuete.

Non era la scienza di un rango superiore, alla quale tutto ciò non sarebbe stato chiaro; rari sono i momenti in cui, al di là del riconoscimento di una vita dotata di anima e dominante in natura, ci si contrappone a un’espressione corporea di tale vita.

Si, io credo che solo in tempi molto recenti simili istanti siano divenuti di nuovo possibili. Ma l’intuizione di cui parlo e che mi colmò di sorpresa era proprio uno di quegli istanti - sentivo gli occhi di quella valle che mi fissavano pieni di tranquilla attenzione

In altre parole: senza dubbio, quella valle possedeva il suo demone…

Certo il paesaggio lunare con le sue rocce e le sue valli è una superficie che impegna molto la topografia astronomica.

Ma non meno certo è il fatto che quel paesaggio è ad un tempo qualcosa di accessibile a quella magica trigonometria di cui abbiamo appena parlato - il fatto è nello stesso tempo un dominio degli spiriti e della fantasia, la quale gli presta un volto, con la profondità propria dello sguardo infantile che ha capito la scrittura primordiale delle rune e il linguaggio del demone. Ma per me, in quell’istante, l’inaudito era vedere fondersi indissociabilmente queste due maschere del medesimo essere.

Qui perla prima volta si è risolto un tormentoso dissidio che finora io, pronipote di idealisti, nipote di romantici, avevo ritenuto insolubile.

Ciò che è accaduto non è affatto la trasformazione di un aut-aut in un tanto-quanto. No il reale è magico così come tutto ciò che è magico è reale.

Tale fu la meraviglia che ci affascinò quando, bambini, osservavamo le doppie immagini attraverso lo stereoscopio. Proprio in quell’istante in cui esse si fondevano in un’unica immagine, si rivelò in esse anche la nuova dimensione del profondo.

Si, è così: il tempo ci ha ravvicinati, a lungo alle antiche formule magiche, a lungo dimenticate ma sempre presenti. Sentiamo come lo spirito, malgrado gli indugi, cominci a dar significato alla grande opera cui tutti collaboriamo, e che ci tiene in suo potere.

A queste porzioni di pagine di uno Jünger siderale, metafisico, da vertigine dove ci insegna che il mondo è intriso non di pura e sola materialità, ma di infinita ricchezza, stupore, meraviglia per l’avventuriero spirituale che conduce giornalmente, continuamente la sua battaglia e l’essere sentinella per non essere sul limite del nulla, presentiamo il video di Quadrifogli piccola perla, gemma, chicca letteraria. Un testo presente in Antaios la rivista diretta da Jünger ed Eliade dove fra gli italiani collaborarono Cristina Campo, Elemire Zolla, Julius Evola.

In questo gioiello ritroviamo il Maestro di Wilflingen ci prende per mano e ci reca nei territori del percepire e nel piacere di trovare…

VIDEO. Presentazione di "Quadrifogli" di Ernst Jünger. Con Cristina Toffolo de Piante e Luca Siniscalco.

Il libro fresco di stampe è presentato, nel video, dall'editore della casa editrice De Piante: Cristina Toffolo De Piante, che ha saputo rendere le pagine ancor più belle grazie ad una edizione di pregio, in tiratura limitata. Nel video ci mostrerà il suo progetto editoriale e come lo realizza in modo vivace e con dovizia di cura. Luca Siniscalco, professore di estetica e curatore e traduttore del piccolo libro, ci parlerà di Jünger e dei significati intrisi nelle pagine. Nel libro la postfazione è a cura di Marino Freschi che ci narrerà il suo incontro in Italia con lo scrittore.

Vi auguriamo un buon ascolto del video per imparare l’arte di trovare quadrifogli nella vita è rendere luminoso il volgere della vita che in realtà altro non è che pura magia.

 

Leggi anche: Associazione Eumeswil

 


 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

 

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