L'arte di utilizzare le proprie colpe
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Mer, Apr

L'arte di utilizzare le proprie colpe

L’urlo di Edvard Munch, 1893 Oslo

Il senso della vita
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Tante sdraio, non solo per prendere il sole, ma anche per rilassarsi al fresco serale al mare, lungo i laghi, in montagna e nei luoghi verdi delle città.

L’urlo di Edvard Munch, 1893 Oslo
L’urlo di Edvard Munch, 1893 Oslo

 

Voglia di dolce far niente, lasciarsi andare a vecchie e nuove musichette e gioire del vivere. Eppure nonostante questo intenso desiderio, nel retro della mente, dei pensieri, preoccupazioni subentrano, compaiono silenti, sebbene sussiste il voler cacciare via ogni fardello, allontanare, reprimere le sensazioni sgradevoli.

Tra i tanti pensieri - talvolta - vi sono i sensi di colpa che si presentano all'orizzonte, per azioni che uno ha commesso o ha evitato di compiere che danno adito a fantasticare di come la propria storia personale sarebbe stata differente alla luce di non aver quel peso e rimorso sulla coscienza.

Il senso di colpa ci mette in evidenza che esiste una coscienza etica, religiosa, giuridica, un senso di responsabilità del singolo che è stato violato col proprio comportamento inadeguato e un bene ed un male che viene avvertito a livello del singolo o talvolta della società di appartenenza dell’individuo in questione e un giudizio proprio ed altrui che grava sulla testa.

Il senso di colpa può sfociare, di rado, in malattia psicosomatica, talvolta rimane nascosto e persiste a livello inconscio talvolta diviene consapevolezza e incubo persistente, rimorso.

Grazie alla presenza di Don Curzio Nitoglia è stato indagato come è possibile far diventare questo senso di colpa un punto di partenza per una catarsi, rigenerazione interiore prendendo esempio dal Vangelo. Per il credente nostro Signore non è solo Amore, ma anche Redentore e Salvatore, per chi, a cuore aperto e puro, si accosta a Lui.

La lezione di Don Curzio Nitoglia ci ricorda che l’uomo è in cammino costante, pecca, ma attraverso i suoi peccati, se riconosciuti, può crescere.

Errare è umano, perseverare diabolico. Pertanto, ogni essere dovrebbe ed ha la possibilità di analizzare il proprio operato e la propria vita.

Vi sono, inoltre, persone "idonee" a guidare ed indicare il cammino verso un miglioramento della vita come ci ricorda John G. Bennett, insigne scienziato, filosofo, matematico, linguista che fu capo del Servizio Segreto Militare Inglese in Turchia nel 1920, ove entrò in contatto con Gurdjieff ed Ouspensky.

I suoi lunghi viaggi lo misero in comunicazione con importanti capi spirituali. Fu così che decise di scrivere un libro che parlasse di una "gerarchia" di Maestri. Egli sostiene che una più più alta saggezza sia intervenuta nella storia in tutti i momenti critici, attraverso, appunto dei Maestri, per riportare l’equilibrio e per guidare le vicende umane.

Soltanto un uomo reale, nel senso completo, può essere un Maestro di saggezza.

Coloro che detengono il potere sono incapaci di realizzare perfino ciò che è più ovviamente necessario, essendo essi condizionati come "macchine".

"I Maestri di Saggezza", scrive Bennett, differiscono dagli "esperti in manipolazioni" per la loro abilità nel vedere la realtà della situazione, per la loro libertà dell’egoismo e per la loro capacità di cooperare con gli altri. Essi non lavorano soltanto al livello esterno, visibile, ma in molti campi dove la gente comune non ha accesso.

Essi sono in contatto con la saggezza superiore, che contempla la vita su questa terra come un insieme e può vedere da dove sia venuta e dove è destinata ad andare…

"La storia degli ultimi duemila anni può essere vista ed interpretata come il risveglio della mente umana nei confronti delle proprie responsabilità. Questo risveglio è costantemente rimandato da due elementi della natura umana. Uno è l’origine animale dell’uomo e l’altro è la sua arroganza ed egoismo. La sua fortunosa storia è una successione di fallimenti e nuovi inizi. Ad ogni crisi, l’uomo è stato aiutato ad iniziare nuovamente, e questo dovrebbe farci sperare che sarà ancora così “.

Ma occorre anche la buona volontà, l’impegno, la disciplina e la presa di consapevolezza da parte del singolo di dover migliorare e nonostante i continui errori, rendersi conto di dover rimediare e proseguire il cammino sotto la luce radiosa dell’Alto.

Per l’avventuriero spirituale è sempre presente una Stella Fissa che fa da bussola al proprio percorso,nonostante, il continuo perdersi e barcollare, ma pur tuttavia vi è una grande gioia che irrompe nel cuore e lo porta avanti incessantemente, implacabilmente.

L’uomo in attesa di compiersi in quanto tale, di realizzarsi, conscio della sua pochezza e nullità è contento di prendere parte alla "Promessa" e prende la forma di uomo "viator" che lo rende partecipe alla vita della comunità con impulsi sempre rinnovati tendenti a ristabilire un equilibrio perso, precario, ma che avverte possibile e a rinnovare e realizzare il diritto, la libertà e l’umanità quaggiù che percepisce esserci nel cosmo che è ordine supremo.

Perciò cerca di poter trasformare le proprie colpe in strumenti e chiavi attraverso la comprensione dei propri errori, ammissione e il chiedere scusa, per aperture di serrature via, via sempre più complesse…

Il genere umano ha mai agito secondo il Bene?

Nell’antica allegoria della Genesi, si dice che "Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole". Questa allegoria si riferisce ad un’epoca in cui gli uomini agivano secondo il Bene, perché solo il Bene può dare un linguaggio comune o creare armonia. Ci fu un tempo in cui gli uomini agivano non in base a teoria sulla giustizia o sull’ingiustizia, a differenti idee della Verità, a differenti dottrine, ad aspetti differenti della conoscenza. Agivano con la consapevolezza interiore di ciò che era Bene. Il Bene li univa tutti, poiché il Bene è l’unica forza in grado di unire. Ogni armonia proviene dal Bene. Poiché il Bene era al primo posto, tutto il resto non aveva importanza. Un uomo poteva avere questa o quella idea, come più gli piaceva, ma ponendo Dio al primo posto era in accordo con tutti gli altri che ponevano il Bene al primo posto.

Il fatto che il Genere Umano una volta parlasse un unico linguaggio evidenzia che esisteva uno stadio dell’ Uomo in cui il Bene era al primo posto e quindi tutti parlavano un unico linguaggio.

Se desideriamo un uomo nuovo dobbiamo incamminarci verso la ricerca "autentica" del BENE in comune…

VIDEO. L'arte di utilizzare le proprie colpe - con Don Curzio Nitoglia

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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