(Adnkronos) - Lo sblocco delle tranches del Piano offrirà opportunità irripetibili alle aziende che, però, devono essere pronte a cogliere l’opportunità. Il consiglio del direttore di Ambico Tiziano Tognella: «Utilizziamo i prossimi due mesi per programmare gli investimenti».
(Padova
Lo abbiamo chiesto a Tiziano Tognella, direttore di Ambico: «Per prima cosa bisogna sapere cosa si vuole fare. Sembra scontato ma non lo è. Spesso le aziende vogliono sapere che incentivi sono a disposizione per poter programmare di conseguenza gli investimenti, ma non funziona proprio così. Al contrario, è necessario infatti avere un piano degli investimenti programmato nel tempo: in pratica bisogna avere un progetto. Occorre poi farsi preparare i preventivi ed essere così pronti a partecipare ai diversi sportelli dei bandi. Ovviamente è ancora meglio se un esperto valuta preliminarmente la congruità delle spese ammissibili ai bandi, e suggerisce se è meglio attendere o meno l’uscita di agevolazioni più sostanziose. Occorre anche valutare la forma di sostegno del bando. Per capirsi: bisogna vedere se è previsto un fondo perduto e un finanziamento come ad esempio propone SACE SIMEST, oppure no. In quel caso occorre considerare se si ha o meno a disposizione la disponibilità finanziaria per sostenere l’investimento fino all’arrivo del contributo».
Considerazioni che acquistano particolare valore alla luce di quanto arriverà grazie al PNRR. Va precisato che, nell’ambito del Piano, il Governo Italiano ha destinato parte dei fondi europei al potenziamento delle imprese. Un solo esempio: per il 2023, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato il decreto che finanzia con 350 milioni di euro i centri di trasferimento tecnologico in Italia. La misura, prevista dal PNRR alla missione 4, intende potenziare e estendere, da un punto di vista tematico e territoriale, i Technology Transfer Offices (TTO) al fine di incoraggiare l’erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati e innovativi. Entro l’anno l’Italia dovrà avere la tranches di gennaio, di giugno e di dicembre, quasi 40 miliardi che si renderanno disponibili per le aziende. Fondi europei che però sono a rischio: i ritardi preoccupano il governo, che deve fare in fretta nel richiedere le modifiche al Piano.
Tutt’altro che semplice sembra quindi poter accedere a queste opportunità, soprattutto, poi, se si pensa di fare da soli. «Si possono sfruttare questi due mesi prima di agosto per programmare gli investimenti e ricercare le relative agevolazioni che usciranno con le prossime rate del PNRR, così da essere pronti a settembre con preventivi pronti e finanziamenti deliberati», evidenzia Tognella. «Ma il primo passo per le aziende è essere consapevoli che, se è vero che finanziamenti e contributi ci sono, spesso le PMI hanno bisogno di essere affiancate da un team di professionisti per potervi accedere». Insomma, bisogna farsi trovare pronti.
Fino a oggi l’Italia ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (in palio c’è l’utilizzo di tutti i 191,5 miliardi portati in dote dal Recovery fund). L’Italia ha conseguito tutti gli obiettivi previsti dal PNRR per il 2021-2022: 151 sui 527 in programma fino al 2026. Per quanto riguarda quest’anno, invece, dovrà centrarne altri 96, di cui 27 nel primo semestre e altri 69 nel secondo.
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