Conti business e digitale: le specifiche per freelance e start up
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Conti business e digitale: le specifiche per freelance e start up

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Milano, 10/11/2021 - Quando un lavoratore decide di diventare libero professionista mettendosi in proprio oppure costituendo una start up, uno dei primi aspetti a cui dedicare attenzione è l’apertura di un conto corrente dedicato alle spese professionali, in modo da separarle fin da subito da quelle personali. 

Di

seguito verranno messi a confronto il conto corrente per professionisti freelance e il conto corrente aziendale per le start up, presentando i vantaggi professionali legati a ciascuno, con lo scopo di gestire al meglio le proprie finanze. 

Conto corrente per freelance con partita IVA  

La figura professionale del freelance, dal punto di vista della normativa legale, non è tenuta ad aprire un conto corrente separato da quello personale, sebbene sia fortemente consigliato: un conto professionale, infatti, ha il vantaggio di tenere facilmente sotto controllo le spese aziendali, gestire il flusso di cassa e snellire la procedura in fase di dichiarazione dei redditi. Ed anche nel caso in cui avvenissero delle verifiche fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate, la situazione finanziaria del possessore di partita IVA sarebbe facilmente dimostrabile, evitando l’intralcio di altre spese extra lavorative. 

Per questi motivi, gli istituti di credito consigliano fin da subito al cliente lavoratore autonomo che ha appena avviato un’attività ed ha aperto una partita IVA, di separare i conti professionali da quelli privati. Con questo espediente, per il libero professionista sarà subito facile differenziare e suddividere il quantitativo di denaro in entrata e in uscita da dedicare alle spese finanziarie e mettere da parte i soldi necessari per pagare tasse, imposte, IVA, ritenute d’acconto e contributi previdenziali (senza incorrere in ritardi e more) e il denaro disponibile da spendere per tutte le altre spese legate alla vita di un individuo e della sua famiglia. 

Inoltre, al raggiungimento di una soglia prestabilita del reddito, la banca fa aprire al cliente il conto business, per evitare il rischio che il professionista freelance non riesca a gestire in maniera corretta le proprie finanze. I titolari di partita IVA, dunque, devono aprire un conto corrente dedicato all’attività al superamento dei 400.000€ di fatturato annuo. 

Sono molti gli istituti bancari che hanno dedicato ai freelance e ai liberi professionisti dei conti correnti business dalle caratteristiche smart, low cost, digital e modificabili e dotati di IBAN; aspetto, quest’ultimo, che li rende simili a un conto corrente, con annesso il vantaggio di godere di tutti i suoi benefici, come effettuare e ricevere bonifici bancari verso altri conti correnti, verso carte di credito o di debito, fare pagamenti nei negozi online e prelevare da tutti gli sportelli ATM. 

Prima di aprire un conto corrente business, e cercare di scegliere il migliore, bisogna valutare a quanto ammonta il costo mensile o trimestrale del canone di abbonamento ed i servizi offerti, compresi e opzionali, nel canone. 

Questi conti correnti per professionisti e freelance, inoltre, sono collegati ad un’applicazione per mezzo della quale gestire comodamente dal cellulare tutte le spese e monitorare i movimenti in entrata e in uscita ai fini fiscali. 

Conto corrente per start up  

Se, invece della professione del libero professionista, l’imprenditore investe nell’avvio di una start up, dovrà aprire un conto corrente dedicato ad aziende e start up. Per gestire le finanze di questo innovativo modo di fare azienda, è necessario un conto business dalle caratteristiche smart, flessibile, che ottimizzi la gestione del business aziendale con semplicità e, soprattutto, che garantisca sicurezza in ogni transazione. 

I conti per start up possono essere aperti online, senza la necessità di recarsi in filiale, hanno un’interfaccia intuitiva e consentono di gestire spese e pagamenti con pochi passaggi. Inoltre, vi è la possibilità di dotare ogni dipendente di una carta di debito, virtuale o fisica, con la quale monitorare tutte le spese aziendali. 

In aggiunta, l’imprenditore che apre il conto per start up può consentire al proprio commercialista di visualizzare il conto, pur non potendo operare, in modo da semplificare la contabilità e iniziare a fare una scrematura tra le tipologie di uscite fiscali. 

Anche nel caso delle aziende e delle start up, così come per i freelance, aprire un conto separato è la soluzione più pratica per non rischiare di confondere le spese in entrata e in uscita inerenti all’attività professionale e quelle che riguardano la vita privata. 

Per informazioni:  

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Contatti:  

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.