Caruso (First Investigazioni): “Permessi legge 104, rivolgersi all’investigatore privato per individuare dipendenti infedeli”
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
24
Mer, Apr

Caruso (First Investigazioni): “Permessi legge 104, rivolgersi all’investigatore privato per individuare dipendenti infedeli”

Immediapress
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Il professionista può indagare per scoprire se il lavoratore assente non assiste un parente e raccogliere prove valide in tribunale  

Milano 14 marzo 2022. La legge 104 del 1992 prevede la possibilità di usufruire di permessi dal lavoro retribuiti per coloro che assistono familiari con handicap o

disabilità. Capita però che alcuni approfittino di queste giornate per svolgere altre attività con un danno evidente sia per l’Inps che per l’azienda per cui lavorano. “È in queste situazioni che per un imprenditore può essere utile rivolgersi ad un investigatore privato per verificare il comportamento di un proprio dipendente nel caso in cui abbia dei sospetti” spiega Massimiliano Caruso, titolare dell’agenzia milanese First Investigazioni, che si occupa anche dello svolgimento di questo tipo di indagini. 

Il lavoratore che si assenta per assistere un parente non deve trascorrere tutta la giornata insieme a quest’ultimo, ma può svolgere anche commissioni per suo conto. Perciò verificare che non si stia effettivamente occupando di lui è necessario svolgere indagini molto approfondite e complesse, che sarebbe difficile svolgere in autonomia. “Senza considerare che le prove raccolte non avrebbero alcun valore, poiché solo il materiale prodotto da un investigatore professionista può essere utilizzato in tribunale nel corso di un’eventuale causa” aggiunge Caruso, sottolineando come sia necessario “verificare il comportamento del lavoratore nel corso di tutta la giornata di permesso e raccogliere prove difficili da confutare in aula”. È infatti necessario dimostrare che le attività svolte siano incompatibili con il compito di prestare assistenza al familiare per il quale il dipendente ha usufruito del permesso e non si è recato a lavorare.  

Il consiglio per il datore di lavoro che avesse dei sospetti è di rivolgersi ad un professionista senza tergiversare. Lasciar credere che all’interno dell’azienda sia possibile aggirare le regole, infatti, provoca danni non solo alla produzione (poiché il dipendente assente non lavora), ma anche all’ambiente. I colleghi, costretti a lavorare di più per sostituire l’impiegato disonesto, potrebbero infatti essere scontenti e con il passare del tempo operare con meno convinzione. 

Per maggiori informazioni consultare il sito https://firstinvestigazioni.it/  

Contatti: https://firstinvestigazioni.it/  

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.