Quanto costa (davvero) aprire una Partita Iva nel 2022?
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
18
Gio, Apr

Quanto costa (davvero) aprire una Partita Iva nel 2022?

Immediapress
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Milano, 11 Aprile 2022. Mettersi in proprio ed aprire la partita IVA nel 2022 può rivelarsi un’ottima idea, perché ad oggi è possibile approfittare di alcune agevolazioni decisamente interessanti, che consentono di risparmiare parecchio in termini di tassazione e non solo. Sicuramente, a coloro che

intendono aprire una propria attività da autonomi, conviene aderire al regime forfettario, che prevede un’aliquota molto più bassa rispetto a quella del regime ordinario e dei costi generali nettamente inferiori. L’unico vincolo riguarda il fatturato annuo incassato, che non deve superare i 65.000 euro.  

Quanto costa però nel dettaglio aprire una partita IVA nel regime forfettario? Andiamo a vedere tutte le voci di spesa che bisogna prendere in considerazione.  

#1 Costi per l’apertura della partita IVA nel regime forfettario  

Per attivare una Partita IVA in regime forfettario, vi sono costi variabili a seconda dell’inquadramento fiscale, oltre che del servizio di consulenza al quale ci si appoggia. 

Mentre i professionisti possono portare a termine l’operazione totalmente a costo zero, per artigiani e commercianti bisogna preventivare circa 100 euro di spese vive, alle quali si aggiunge l’onorario del consulente che si occuperà delle incombenze burocratiche. 

Al giorno d’oggi esistono soluzioni low cost come Fiscozen, che propongono un abbonamento comprensivo di tutti gli aspetti legati alla gestione della Partita IVA, dalle tariffe decisamente vantaggiose. Si spendono solamente 299 euro + IVA all’anno ed il pacchetto comprende tutti i servizi che solitamente sono in capo al commercialista (invio degli F24, predisposizione della dichiarazione dei redditi, Instrastat e via dicendo). 

#2 Costi per la consulenza fiscale  

Altri costi che bisogna considerare nel momento dell’apertura della partita Iva sono quelli relativi al commercialista. Parliamo dunque di predisposizione del Modello Redditi, degli F24 per il versamento delle imposte e dei contributi, e via dicendo. Anche in questo caso, gli importi possono variare a seconda del professionista al quale ci si rivolge ma come abbiamo già accennato esistono servizi online come Fiscozen che permettono di risparmiare notevolmente senza rinunciare ad una consulenza di alto livello.  

#3 Tasse e contributi previdenziali  

Un’altra voce di spesa che tutti coloro che aprono partita IVA devono considerare è quella relativa alle tasse e ai contributi previdenziali. In questo caso parliamo di costi variabili, che vengono calcolati sulla base del reddito effettivo. Aprendo partita Iva in regime forfettario, però, si ottengono dei vantaggi non indifferenti da tale punto di vista. L’aliquota applicata per i primi 5 anni è del 5% mentre a partire dal sesto anno è del 15%: nettamente inferiore rispetto a quella che devono corrispondere i contribuenti che operano in regime ordinario. Bisogna, poi, considerare i contributi previdenziali, il cui ammontare dipende dalla Cassa di riferimento: si va dal 25,72% del reddito lordo per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS, ad un contributo fisso di circa 3.850 euro, dovuto a prescindere dal reddito, per le ditte individuali. 

#4 Costi extra da considerare  

È importante ricordare che durante la propria attività i titolari di Partita IVA potrebbero avere dei costi extra da sostenere, come quelli relativi all’emissione di fatture elettroniche (che presto dovrebbero diventare obbligatorie anche per i forfettari).  

Inoltre, chi acquista o presta servizio verso committenti europei è tenuto a presentare il Modello Intrastat. Alcuni servizi come Fiscozen prevedono un abbonamento comprensivo anche di questi costi, ma ci sono commercialisti che fanno pagare queste pratiche extra.  

Responsabilità editoriale: TiLinko- Img Solutions srl 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.