(Adnkronos) - Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy, commenta così la notizia delle aspiranti vigilesse che, per partecipare a un concorso, devono dimostrare di non essere in dolce attesa.
22 giugno 2022 - Tira davvero una brutta aria ultimamente per le lavoratrici italiane in età fertile. Prima
“Per questo esistono le graduatorie. Il punto è che non si può fare”, commenta la Professoressa Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy. Non a caso lo scorso 2021 il Consiglio di Stato è intervenuto sul tema, sottolineando l’illegittimità dell’esclusione di una candidata in gravidanza dal concorso per allievi finanzieri (sentenza n. 8578/2021 del 24 dicembre 2021). “Dubitiamo, dunque, che sia legittimo pretendere a priori che un’aspirante vigilessa non sia incinta e lo dimostri, test alla mano. Richiederlo è una grave forma di discriminazione contro le donne nel mercato del lavoro”, aggiunge la Professoressa Berardi. “È ancora più invasiva della privacy della classica domanda circa i progetti di maternità”.
Infatti poi la clausola è stata prontamente eliminata dal bando, in quanto discriminatoria. “Perché ricordiamolo: una donna in stato di gravidanza va supportata e non discriminata”, continua la Presidente di Women for Oncology Italy. “Nella vita reale la strada per la parità di genere passa dalla consapevolezza e soprattutto dalla non rassegnazione che tutto questo sia normale. Perché normale non è”.
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