Anche per il Covid, l'e-commerce va rafforzandosi in moltissimi settori, soprattutto quello per i beni di largo consumo (alimenti freschi o confezionati, prodotti per l’igiene della casa e della persona): si tratta del cosiddetto
Una delle principali aree di sviluppo per i retailer operanti nel canale online (chiamati e-tailer) è infatti rappresentata dal grocery, sia perché si tratta di un settore merceologico in cui la penetrazione dell’e-commerce è ancora limitata (e questo garantisce prospettive di crescita del giro d’affari particolarmente interessanti), sia perché i prodotti di largo consumo si caratterizzano, rispetto a quelli di tutti gli altri beni e servizi, per una frequenza d’acquisto molto più elevata (settimanale o addirittura giornaliera, per i freschissimi). Ne consegue che la possibilità di intercettare questo tipo di acquisti favorisce un aumento molto significativo del tipo di interazioni tra gli e-tailer e i loro eshopper, con un livello sostanziale dei livelli di store loyalty (fedeltà al negozio).
Si stima, infatti, che la quota di mercato del canale online rispetto alle vendite complessive del settore Fmcg (Fast moving consumer goods) potrà superare, a livello globale, il 10% nel 2025: sono, queste, stime pre-Covid, che dunque erano già positive nei confronti dell’online, senza contare l’effetto catalizzatore della pandemia (basti pensare che nel 2015 le vendite online sono state pari al 3,7% nel settore, e nel 2018 pari al 5,1%, con tassi di crescita media annui del +15/20%).
In Italia, per quanto riguarda la gdo, durante il periodo della pandemia si è verificato un netto incremento della spesa alimentare, cresciuta nel complesso del 10%. A proposito delle preferenze dei consumatori, si nota una predilezione per l’inscatolato rispetto ai prodotti freschi, come pure per gran parte di quelli locali o comunque di provenienza italiana, come testimonia una ricerca promossa dall'Unione italiana food.
L'aumento dei consumi alimentari tra le mura domestiche ha provocato una grande crescita delle vendite al dettaglio di prodotti agroalimentari confezionati (+18% nel periodo di lockdown rispetto allo stesso periodo del 2019), con conseguente boom del fatturato degli esercizi di prossimità e supermercati (ma si è vista una contrazione degli ipermercati di oltre il 9%).