"Oggi i fondi Next Generation Eu e il Pnrr sono un’occasione unica per dare finalmente slancio al comparto biotech nazionale. Non possiamo perdere questa occasione". Ne è convinto Riccardo Palmisano, presidente Federchimica
Con digitalizzazione supereremo limiti medicina territoriale
"Il momento per rilanciare le biotecnologie nelle sue principali declinazioni, Scienze della Vita e Bioeconomia, è quindi unico e imperdibile, ma i tempi per intervenire con la presentazione dei progetti è ben definito e non lunghissimo", aggiunge Palmisano. Tra le mission del Pnrr, c'è la spinta alla digitalizzazione del Sistema Paese. Che, tra le altre cose, apporterà benefici anche alla medicina territoriale. Palmisano spiega: "La digitalizzazione costituisce un formidabile acceleratore dei processi: se i nostri sono farraginosi, vanno innanzitutto riformati utilizzando le straordinarie opportunità che questa componente offre. C'è poi il tema dei linguaggi: non è ancora possibile far parlare nel nostro Paese tutti i data base sanitari. Questo ovviamente non consente appieno di dispiegare i benefici". "Infine il tema delle debolezze del nostro Ssn sulla medicina territoriale, messa drammaticamente in evidenza in questa pandemia: la digitalizzazione potrà fortemente contribuire a superare i limiti evidenziati, costituendo la vera interfaccia tra una medicina territoriale potenziata e l'assistenza ospedaliera", conclude il presidente.
Manca ecosistema favorevole innovazione
Alle imprese italiane manca "un ecosistema favorevole all’innovazione, che possa permettere loro di crescere e competere" dice ad Adnkronos/Labitalia il presidente di Federchimica Assobiotec. "Abbiamo ottime professionalità tecnico-scientifiche, bassi costi del lavoro, ma cadiamo su incentivi e fiscalità, su frammentazione decisionale, su certezza delle regole, su piani di lungo respiro necessari per pianificazioni sul medio lungo termine", dice Palmisano che aggiunge all'elenco delle criticità che penalizzano le imprese, "l'eccessiva burocrazia e i tempi approvativi, troppo lunghi rispetto agli altri Paesi europei". E soprattutto manca, sottolinea Palmisano, "una visione strategica di politica industriale". "Nel Piano per il Biotech in Italia che abbiamo recentemente presentato -ricorda- abbiamo individuato 6 elementi fondamentali sui quali riteniamo urgente intervenire per costruire quell’ecosistema che ancora manca: governance; investimento in R&S; trasferimento tecnologico e finanziamento a startup e pmi innovative; partnership pubblico privato; rafforzamento del tessuto produttivo nazionale; valorizzazione dell’innovazione che si fa prodotto e accesso". "Per ciascuna di queste aree abbiamo fatto delle proposte di interventi di policy, frutto di un lavoro condiviso con i diversi attori del settore, con le Istituzioni e con gli stakeholder di riferimento, e le abbiamo inserite in maniera sinergica all’interno delle missioni del Pnrr e nella cornice di altri interventi legislativi", aggiunge il presidente di Assobiotec.
Focus sulle pmi
Un focus del Piano è dedicato alle piccole aziende, che costituiscono il 90% del tessuto produttivo italiano. "In particolare per le startup e pmi -spiega Palmisano- chiediamo di portare stabilmente e almeno al 25% il credito d’imposta sulla ricerca, al 50% per i primi 5 anni per le startup innovative; di semplificare le procedure di accesso del patent box; di mettere a sistema un nuovo modello di Trasferimento Tecnologico che consenta di portare in modo rapido ed efficace la ricerca al mercato". "E ancora di detassare o esonerare dalla tassazione ordinaria sulle rendite finanziarie il capital gain ottenuto dagli investimenti in startup innovative", aggiunge. "Altro progetto di cui si intravede un embrione anche nel Pnrr è la costruzione di incubatori sul modello Catapult inglesi, con una collaborazione pubblico privato che consenta alle startup di usufruire delle tecnologie e nel network di competenze necessario a supportarne la crescita", conclude il presidente di Assobiotec.