"Non è sufficiente dire che nel nostro Paese il lavoro minorile è vietato per essere in pace e tranquilli con le nostre coscienze. Perché al contempo sappiamo che i dati sull’abbandono scolastico nelle scuole
"Occorre anche più politica"
"Sì, più politica: andava esattamente in questa direzione -ribadisce con forza l'esponente di Italia Viva- il raggio di azioni disegnate con la riforma del Terzo settore, i programmi per la riqualificazione delle periferie urbane, le azioni e le risorse per il contrasto alla povertà educativa, il reddito di inclusione, la centralità delle politiche attive del lavoro. Tutti tasselli di un nuovo welfare il cui disegno si è interrotto con il primo Governo Conte", spiega aggiungendo: "Oggi siamo nella condizione, anche alla luce della poderosa strategia messa in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dagli altri importanti strumenti a disposizione, di riprendere quel disegno del nuovo welfare il cui disegno si è interrotto con il primo Governo Conte, rafforzandolo e affermandolo come strategico". "Proprio il Family Act -ricorda Bellanova- può essere uno dei fulcri intorno a cui costruire nuove politiche di welfare e di sostegno specifico all’infanzia e all’adolescenza. E’ evidente: sostenere le famiglie, soprattutto quelle più fragili, significa agire di conseguenza anche sulla qualità della vita dei figli. E così rafforzare le politiche per la conciliazione vita lavoro e quelle per garantire i servizi alle famiglie".
"Scuole chiuse, rischio enorme per i più fragili"
Le scuole chiuse in questi mesi sono state "un rischio enorme" per i minori che vivono disagi sociali, dice Bellanova, in occasione della Giornata internazionale contro il lavoro minorile. "Non a caso ho così tanto insistito -afferma con convinzione- in questi mesi sul rischio enorme che la chiusura delle scuole avrebbe determinato proprio per le fasce sociali più fragili. Un rischio enorme, che spero potrà essere in parte attutito e corretto dal successo della campagna di vaccinazione, finalmente governata in modo rigoroso, con il ritorno a scuola e dagli investimenti destinati agli asili e al mondo della formazione". "Con un’avvertenza: non basta investire -dice la vice ministra al Mims- nella realizzazione di nidi, asili, scuole materne. Le strutture fisiche sono importanti ma è necessario mettere in campo politiche adeguate perché funzionino, e bene. E per questo servono le persone".
Un bambino che lavoro è un banco vuoto a scuola
"Sappiamo che dal 2016 il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni occupati in lavori a rischio, dannosi per la salute e lo sviluppo psico-fisico e morale, è aumentato e che la pandemia, non sconfitta soprattutto nei paesi più poveri, determinerà fame, esclusione, povertà, e dunque un aumento vertiginoso di lavoro minorile. Come avverte correttamente la direttrice generale dell’Unicef, un bambino che lavora è un banco vuoto a scuola, e serve un impegno a livello internazionale perché quelle famiglie non siano costretti a scelte drastiche" osserva la vice ministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova. "Condivido pienamente l’appello ai Governi e alle Banche internazionali per lo sviluppo a dare priorità agli investimenti in protezione sociale e ai programmi che possano sostenere il diritto delle bambine e dei bambini alla formazione, all’inclusione, al gioco. Parola che rischia purtroppo di suonare fuori posto mentre sappiamo quanto il gioco è importante nello sviluppo della personale e nella crescita. E’ un imperativo cui è chiamata la comunità internazionale tutta, e soprattutto i Paese più ricchi", conclude.