“Una decisione che aumenta costi, burocrazia e tempi per i giovani che vogliono fare in impresa in Italia. Con l’obbligo del passaggio notarile rendiamo complessa una cosa semplice come l’apertura di una start up innovativa che
"Il Consiglio di Stato -prosegue la nota di Unioncamere Veneto- ha accolto il ricorso del Consiglio nazionale del notariato, che era stato respinto invece dalla decisione del Tar Lazio del 2017. Oggi, quindi, vi è l’obbligo di recarsi dal notaio con un allungamento dei tempi e dei costi delle procedure. Il Veneto è la seconda regione italiana per presenza di start up innovative dopo la Lombardia si contano, secondo i dati Infocamere, 1034 start up innovative che rappresentano l’8,23% del totale nazionale".
Dopo il decreto del 2016 le Camere di Commercio del Veneto hanno attivato un portale dedicato (startup.registroimprese.it) all’interno del quale è possibile compilare il proprio statuto ed alla conclusione del processo si riceva una consulenza gratuita prima di firmare digitalmente l’atto e di inviare la documentazione all’Agenzia delle Entrate per la registrazione. Un servizio che, in questi anni, ha dato risultati soddisfacenti (circa 40 iscrizioni all’anno in ogni camera di commercio) permettendo ai giovani fondatori di start up innovative di abbattere tempi e costi.
Per le start up innovative costituite in camera di commercio era prevista un importante fase di controllo secondo i principi e le regole dell’antiriciclaggio come già successo di recente con la distribuzione delle risorse del fondo salva-imprese.
E il presidente Pozza spiega le ragioni per cui difende la possibilità di iscrizione online: "il sistema camerale in questi anni ha sempre lavorato al fianco delle start up innovative offrendo supporto e consulenza soprattutto nella fase di costituzione. Vorrei ricordare -sottolinea- che quando arrivano allo sportello camerale i giovani imprenditori non sono degli sprovveduti, ma si presentano già con la consulenza dei loro professionisti (commercialisti e ragionieri per esempio) e con un business plan già pronto e dettagliato".
"Le ragioni poste dall’ordine professionale che denuncia una mancanza di controllo -continua- sono pretestuose perché le Camere di Commercio italiane grazie ad Infocamere detengono i dati delle imprese fin dalla loro nascita monitorando poi la loro evoluzione fino alla chiusura tanto è vero che questi dati Unioncamere li mette a disposizione di Prefetture, Questure, Guarda di Finanza con l’obiettivo di contribuire a contrastare il malaffare e le criminalità. Il nostro impegno non si esaurisce qui perché da anni il sistema camerale investe anche nella formazione dentro le scuole con progetti dedicati, protocolli d’intesa e collaborazioni con associazioni di categoria come quella con Coldiretti per sconfiggere le agromafie”.
“Si apprende, poi, che questo ordine di recente -continua Pozza- si è impegnato a ridurre i tempi con la creazione di una piattaforma digitale per le start up innovative e vuole diminuire i costi fino costi al minimo tariffario: meglio tardi che mai. In questi giorni il tema delle start up innovative sta creando un dibattito importante che testimonia l’attenzione sul tema e ci doveva essere un emendamento per mettere mano ad un problema molto serio che riguarda quelle start up innovative che si sono costituite in Camera di Commercio ed oggi non sanno cosa fare e che fine faranno. Devono recarsi dal notaio e ricominciare daccapo? Questo ha creato preoccupazione e soprattutto incertezza, che è la cosa peggiore nel mondo dell’impresa. È più che mai necessario trovare una soluzione e dare una risposta a questi giovani imprenditori, spiega Pozza.
“Il governo crede fortemente nella digitalizzazione del Paese e si prepara ad investire molto in questo ambito con la maggior parte delle risorse che arrivano dall’Europa. E le start up innovative sono il motore per far correre transizione digitale ed innovazione. Allora ci chiediamo -sottolinea Pozza- perché con la mano destra si indica una direzione e con la sinistra quella diametralmente opposta, ma questo fa parte della tradizione italiana spesso vittima delle corporazioni. Per questo mi appello al Governo, al presidente Draghi, alle forze politiche, alle associazioni di categoria per dare una soluzione al problema. La Camere di Commercio sono a fianco di imprese e dei giovani imprenditori. Con queste decisioni si incentiva la fuga dal nostro Paese e ci lasciamo scappare le energie migliori. Poi non ci possiamo lamentare", continua Pozza.
"Questa scelta pesa sul futuro dei nostri giovani perché nella competizione globale con altri start upper europei partono in svantaggio ai blocchi di partenza se consideriamo che in Francia ed Inghilterra, per esempio, il passaggio con il notaio non serve. Per questo non possiamo tornare indietro rendendo complessa la costituzione di start up innovative motore dello sviluppo”, conclude Pozza.