"La nostra posizione, da sempre, è quella di volere erogare il servizio in massima sicurezza come abbiamo sempre fatto da inizio pandemia e durante il periodo più duro del lockdown. Il green pass ci trova favorevoli, ma dobbiamo
Secondo Fabbro "il controllo sul possesso del green pass verso i fruitori della mensa, se fosse obbligatorio, non spetterà alle imprese eroganti il servizio. Le società della ristorazione collettiva non sono proprietarie dei luoghi e controllare l’utenza non rientra nelle loro competenze perché svolgono un servizio per conto terzi. Siamo contrari a quanto espresso nella Faq soprattutto quando si usa la parola ‘gestori’ in senso generico, una errata analogia tra ristoranti e ristorazione collettiva. Sono due ambiti nettamente diversi. Non si introduce un obbligo con una Faq, piuttosto chiediamo di essere sentiti su un tema così rilevante sul piano sociale della sicurezza e del lavoro", chiede a gran voce Fabbro.
E per Fabbro con l'introduzione dell'obbligo del green pass per l'accesso alle mense aziendali "ovviamente ci sarà un ripercussione, dettata dalla confusione e da alcuni evidenti paradossi: si rischia di aggravare i costi dell’appalto (pubblico o privato che sia) dovendo trovare personale addetto ai controlli, e inoltre si rischia di vedere crollare ulteriormente gli utenti delle mense, che potrebbero incorrere in un paradosso: essere controllati per accedere al pasto, ma non sul posto di lavoro", attacca il presidente di Anir.
La situazione non migliorerà a settembre con la riapertura delle scuole. "Siamo molto preoccupati per il servizio scolastico: si rischia di controllare e non fare accedere alle mense senza aver ancora capito, invece, come ci si dovrà comportare nelle aule", sottolinea Fabbro.