(Adnkronos) - "La situazione è diventata insostenibile. Per i nostri forni a gas metano abbiamo speso nei primi 3 mesi di quest'anno quanto avevamo speso in totale nel 2021. Il gas è arrivato a costare per quattro volte in
"La situazione era già difficile prima dello scoppio della guerra, com l'aumento dei costi dell'energia e di alcune commodities agricole. Ma l'impatto della guerra è stata devastante", conclude il presidente e ad dell'azienda che è co-leader nel mercato dei lievitati da ricorrenza, con una quota a volume del 18% per il Natale e del 19% per la Pasqua.
E sulle materie prime per l'industria dolciaria non va meglio. "La situazione è semplice: l'Ucraina, che è sempre stato il granaio d'Europa, esportava l'80% dei propri semi di girasole, da cui trarre l'olio. Adesso nel Mar Nero è tutto bloccato e quindi l'olio di semi di girasole, che è centrale nella preparazione dei nostri prodotti, è introvabile e quando si trova il suo costo è triplicato rispetto allo scorso anno. E questo sta avendo un effetto domino anche sugli altri oli vegetali. E pure la farina di grano tenero, anch'essa centrale per i nostri prodotti, ha visto il prezzo raddoppiare rispetto all'anno scorso", sottolinea amaro Balocco.
E, aggiunge il presidente e ad dell'azienda, "come se non bastasse, è aumentato del 30% anche il costo degli imballaggi, come anche le difficoltà sull'autotrasporto per via della difficoltà di reperire autisti, in gran parte provenienti dall'Est Europa, e anche per il caro-carburante, su cui per fortuna il governo è intervenuto", spiega ancora.
Secondo Balocco "questo è uno scacco matto al nostro settore, è un'emergenza. Sarà inevitabile continuare ad aumentare i listini dei prezzi di vendita al pubblico dei nostri prodotti, è l'unico modo per sopravvivere", spiega.
"Gli aumenti dei prezzi dei listini dei frollini, nella divisione continuativi -ha spiegato- che abbiamo inserito mesi fa non riescono a contenere l'aumento dei costi. E' a rischio la redditività della nostra impresa e la stessa sopravvivenza", rimarca ancora.
E per il futuro secondo Balocco le azioni da mettere in atto sono molteplici. "Spero e credo -aggiunge- che lo shock della guerra ci apra anche gli occhi sull'esigenza per il nostro Paese di tornare a investire su energia e agricoltura. Serve una semplificazione delle procedure per l'installazione di energie rinnovabili, un aumento massimo dell'estrazione del gas nell'Adriatico e dove disponibile, lavorando anche sui rigassificatori. E poi è necessario tornare a coltivare tutti quei terreni agricoli lasciati finora a riposo per ridurre la nostra dipendenza dal grano estero. Oggi la nostra produzione copre poco più del 40% del nostro bisogno. Troppo poco", conclude Balocco.