Elezioni 4 marzo 2018: dai seggi ai risultati del voto
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Elezioni 4 marzo 2018: dai seggi ai risultati del voto

Elezioni 4 marzo 2018: M5s primo partito, Centrodestra avanti con Salvini sopra Fi, crollo Pd

Politica
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Sfide collegi: Gentiloni ok, fuori Minniti-Pinotti. Stop a De Vicenti. Padoan spunta Siena. Bene Boschi, Lotti, Madia

Elezioni 4 marzo 2018: M5s primo partito, Centrodestra avanti con Salvini sopra Fi, crollo Pd
Elezioni 4 marzo 2018: M5s primo partito, Centrodestra avanti con Salvini sopra Fi, crollo Pd

 

Di Maio e Salvini indiscussi vincitori, il Pd malamente sconfitto (con crescenti rumors di un Renzi sulla via delle dimissioni), un Berlusconi silente (con Forza Italia che copre il disappunto per il sorpasso della Lega inneggiando alla vittoria della coalizione di centrodestra), un modestissimo risultato per Leu, nessuna maggioranza di governo.

Stando agli ultimi dati ufficiali per la Camera (quando appunto mancano circa 5 mila sezioni da scrutinare su 61.401) i 5 Stelle toccano il 32%, Salvini arriva ad un punto percentuale dai dem (19% il Pd, 18% la Lega), Forza Italia è al 13,9% e Fdi al 4,3% (con un 36,2% che fa del centrodestra la coalizione vincente ma lontana dalla maggioranza di governo), Leu è al 3,3% e la Bonino al 2,6%, ad un passo dalla soglia dell'autonomia del 3%. Dati che sostanzialmente si replicano al Senato, dove devono essere scrutinate ancora 5 mila sezioni su 61.401.

Movimento 5 Stelle a valanga primo partito e centrodestra prima coalizione in questa tornata elettorale che consegna all'Italia la conferma delle previsioni della vigilia, comprese quelle sui timori di una prevedibile ingovernabilità. Con due corollari: un Pd marginale e una guerra all'ultimo voto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Una difficilissima partita elettorale che per ora sembra indicare chiaramente solo il deciso ribaltamento dei rapporti di forza tra gli schieramenti ma insufficiente, tuttavia, a delineare una chiara maggioranza in grado di tradursi in forza di governo.

E l'affluenza alle elezioni politiche si è attestata complessivamente attorno al 73%, anche se all'appello manca ancora il dato relativo al comune laziale di Marino (Roma). Dai dati affluiti al Viminale emerge che per la Camera l'affluenza è stata del 72,9% e per il Senato del 73,02%.

"Se questo è il risultato finale la cosa chiara per il Pd è un dato negativo, noi passeremmo all' opposizione", dice a caldo il capogruppo Pd Ettore Rosato. "Stiamo seguendo come tutti l'evoluzione dei risultati ed è chiaro che si tratta di una sconfitta molto evidente e molto chiara, molto netta", dice il vicesegretario del Pd Maurizio Martina al Nazareno.

Esulta il Movimento cinque stelle. "Se i dati saranno confermati, si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi, che dimostra la bontà del nostro lavoro e dimostra che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta. E' questa è la migliore garanzia di trasparenza del popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza".

"Parleremo per prima coi nostri alleati, abbiamo idea di cosa fare e guardiamo al futuro con serenità e consapevolezza. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Credo che la sfida di Matteo Salvini sia stata vinta", ha detto il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, parlando in via Bellerio.

Salvini a un punto dai dem e leader centrodestra

Gli exit poll delle elezioni italiane sono le breaking news sui siti internazionali, da El Pais a Sky News, da Le Monde al Guardian. Tutti riportano la vittoria della coalizione di centrodestra nel suo insieme sottolineando tuttavia che il Movimento 5 Stelle è il primo partito. Ma è diffusa la lettura di un "hung parliament", ovvero di un 'Parlamento appeso' senza una maggioranza per governare

L'Italia ha, dunque, scelto dopo una giornata che ha registrato una buona affluenza ma anche code e disagi nei seggi anche a causa del tagliando anti-frode. Tanto che per velocizzare l'attività dei seggi nel pomeriggio i vicepresidenti sono stati autorizzati a supportare i presidenti circa le operazioni connesse proprio al bollino.

Ma non solo le file hanno caratterizzato la giornata. Ci sono stati anche ritardi e sbagli nella distribuzione delle schede. A Palermo sono state ristampate nella notte le schede elettorali di 200 sezioni dove, per un errore nella perimetrazione dei collegi da parte del Comune, erano stati inseriti dei candidati di un altro collegio. Le schede sono state poi ridistribuite ma i seggi hanno aperto con ritardo tra le proteste degli elettori. Problemi analoghi risolti nella notte a Mantova dove però le operazioni di voto sono partite regolarmente alle 7. Casi di schede con nomi dei candidati sbagliati si sono registrati anche nella Capitale e in Piemonte: in un seggio di Roma, nel quartiere Parioli, la presidente di seggio ha aperto e vuotato l'urna mettendo in una busta i voti degli elettori espressi fino a quel momento, 36, utilizzando le schede sbagliate, assicurando che gli elettori sarebbero stati ricontatti e fatti rivotare. Stessa situazione nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria. (ANSA)

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