Flotilla, il marittimista Loffreda: "Israele potrebbe bloccarla già a 200 miglia dalla costa"
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Flotilla, il marittimista Loffreda: "Israele potrebbe bloccarla già a 200 miglia dalla costa"

Politica
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(Adnkronos) - La Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza "potrebbe incontrare il primo ostacolo reale entrando nella Zee Zona economica esclusiva di Israele (estesa per principio generale entro le 200 miglia nautiche dalla costa) che nel caso di Israele si proietta verso ovest per circa 200 miglia nautiche ma viene ridotta a nord e a sud

dal fatto che altre Zee (Cipro ed Egitto) si sovrappongono, così come a sud l'area della Striscia di Gaza". Ne parla con l'Adnkronos l'esperto in Diritto della navigazione Giuseppe Loffreda, fondatore del Think Tank operativo nel settore, Legal4Transport. 

Secondo il Marittimista, al di là del regime giuridico ordinario (Unclos) che si applica sugli stati costieri in pace, potrebbe entrare in gioco il Diritto dei conflitti armati marittimi (Manuale di Sanremo, diritto consuetudinario) dal momento che lo stato costiero (in tal caso Israele) è belligerante. Pertanto, “Israele potrebbe tentare di bloccare gli attivisti della Flotilla dal momento che potrebbe considerare la flotta umanitaria non neutrale ma nemica in quanto portatrice di interessi di una parte belligerante ed impedirle l'accesso e il passaggio già al di fuori delle sue acque territoriali". Cosa potrebbe accadere alla Flotilla? "La flotta può essere fermata ed ispezionata per verificare che le imbarcazioni non trasportino materiale di contrabbando o per supporto / assistenza militare; per il controllo dei visti di ingresso; E rischia il coinvolgimento in ostilità (mine, blocchi, attacchi accidentali), e se viola un blocco, che è presumibile, le barche della Flotilla potrebbero essere sequestrate e requisite", risponde. 

E se al contrario la Flottilla non dovesse trovare ostacoli nella Zee? "Il successivo 'gate' sarà a 24 miglia, all'ingresso della 'zona contigua' di Israele che si sviluppa nella fascia tra le 12 e le 24 miglia, dove ci sono diritti e obblighi rafforzati per quanto riguarda il passaggio inoffensivo di navi. Dove quindi la libertà di navigazione è teorica ma lo stato belligerante può imporre controlli rafforzati e misure di sicurezza. Il terzo ed ultimo 'varco' - prosegue il Marittimista - è il mare territoriale, a 12 miglia dalla costa, dove il diritto di passaggio inoffensivo di solito è garantito ma lo stato belligerante costiero può: sospenderlo temporaneamente per motivi di sicurezza (art. 25 Unclos); sottoporre unità navali a controlli rigorosi; imporre deviazioni di rotta o addirittura negare l'accesso se ritiene il transito un rischio militare”. Un capitolo a se stante è quello relativo al mare antistante alle coste di Gaza, qualora la Flotilla intendesse dirigersi proprio lì: "Dal punto di vista dell’Onu Gaza non e’ parte del territorio di Israele, pertanto il mare territoriale davanti ad essa non sarebbe legalmente israeliano. Tuttavia Israele, dal 2007 (dopo la presa di potere di Hamas), ha imposto un blocco navale su Gaza, controllando l’accesso marittimo. Quindi di fatto - conclude Loffreda - Tel Aviv esercita un controllo militare e amministrativo su quel tratto di mare, sottoponendolo ad un regime analogo alle sue acque”. 

 

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