Crisi governo, per Draghi c'è solo fiducia: fallita mediazione D'Incà
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Ven, Mag

Crisi governo, per Draghi c'è solo fiducia: fallita mediazione D'Incà

Politica
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(Adnkronos) - E' fallito il tentativo di mediazione in extremis del ministro Federico D'Incà dopo un confronto con il premier Mario Draghi. A quanto si apprende, la fiducia sul decreto Aiuti verrà posta al Senato attorno alle 12 e 30. Il premier ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato su cui il

Movimento 5 Stelle non voterà come annunciato ieri dal leader Giuseppe Conte.  

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà aveva tentato in extremis di scongiurare la crisi di governo evitando appunto la fiducia.  

Intanto, nonostante la crisi che incombe, il Consiglio dei ministri si riunirà nel pomeriggio, alle 15.30, come da programmi. All'ordine del giorno provvedimenti di ordinaria amministrazione: lo confermano all'Adnkronos fonti di governo.  

Di Maio  

"I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nell'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Italia per il Futuro.  

Letta  

"Non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se gli altri partiti della maggioranza non ci staranno, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. E noi saremo pronti ad andare davanti agli italiani con il nostro progetto". Così il segretario del Pd Enrico Letta, in un incontro con la stampa a Milano, dopo lo ‘strappo’ del M5S.  

"Quello che è accaduto è un passaggio di discontinuità molto forte, di cui bisogna prendere atto e di cui non si può far finta di niente. Quello che deve avvenire in Parlamento è un chiarimento in cui ognuno dice chiaramente che cosa vuole fare, ovviamente sulla base delle intenzioni del presidente del Consiglio", ha sottolineato. 

Per Letta "la via naturale" passa dal Parlamento dove ci deve essere un "passaggio chiave", un "chiarimento" e dove "Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e sulla base di questo poi deciderà se la legislatura continua oppure no. Noi, per essere chiari, seguiremo come abbiamo sempre fatto, lo spirito collaborativo delle istituzioni". 

Conte 

“Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi domani (oggi ndr) non parteciperemo al voto”, ha affermato Conte illustrando la posizione del Movimento in vista del voto, "con le stesse lineari e coerenti motivazioni" di quanto fatto alla Camera, e chiedendo "un cambio di passo del governo". "Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco", ha aggiunto. 

"Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete", ha detto ancora Conte annunciando l'Aventino parlamentare sul dl aiuti.  

Conte ha poi sottolineato come il documento consegnato al premier Draghi mercoledì scorso "non l'ho inteso e non l'abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come l'elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo". 

Meloni  

"Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo 'dei migliori' è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!", ha dichiarato dal canto suo Giorgia Meloni, leader di Fdi.  

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