Oms, in aumento malattie mentali e neurologiche nel mondo
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Ven, Apr

Oms, in aumento malattie mentali e neurologiche nel mondo

Oms, in aumento malattie mentali e neurologiche nel mondo

Salute e Benessere
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Kestel, 'depressione al primo posto. Si abbassa età dei suicidi'

Oms, in aumento malattie mentali e neurologiche nel mondo
Oms, in aumento malattie mentali e neurologiche nel mondo

 

"La situazione della salute mentale nel mondo non è affatto buona. Le malattie mentali e neurologiche sono infatti in aumento, così come cresce l'uso di sostanze. Al primo posto nella classifica delle problematiche legate alla salute mentale globale c'è la depressione, che non conosce distinzioni di tipo socioeconomico, perché colpisce indistintamente tutti. C'è poi un abbassamento dell'età in cui si presentano questi disturbi, così come si abbassa l'età dei suicidi". E' la fotografia scattata dal direttore del Dipartimento di Salute Mentale e di Uso di sostanze presso l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Devora Kestel, oggi a Trieste, che questa mattina presenta una relazione sulle "prospettive dell'Oms per il futuro della Salute Mentale Globale".

La popolazione - ricorda Kestel a margine dell'incontro ospitato alla Stazione Marittima - invecchia e l'età in cui si sviluppano queste problematiche si estende, cominciando prima, e andando avanti più tardi con fenomeni quali depressione e demenza". Sempre più spesso sono i giovani a manifestare "il loro scontento con depressione e ansia" e si registra "un abbassamento dell'età dei suicidi e in cui si manifestano problemi di dipendenza di uso di alcool e droga, o legati all'uso di videogiochi". Un'attenzione particolare va posta nei confronti delle condizioni dei migranti e nella risposta da dare, "a una potenziale problematica nell'ambito della salute mentale", sottolinea, dal momento in cui una persona "pianifica e capisce che deve partire ai vari momenti della trasferta, fino a quando arriva a destinazione". Servono, sostiene Kestel, "in tutte queste fasi, professionisti che siano sensibili e formati". Come Oms "abbiamo progetti in vari Paesi dove lavoriamo e con migranti e rifugiati. Credo - conclude - che debba essere ormai parte della formazione di tutti quelli che lavorano nell'ambito della salute mentale".

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