(Adnkronos) - "I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione colpiscono circa 4 milioni di italiani - il 5% della popolazione, di cui il 70% adolescenti - e rappresentano la seconda causa di morte tra i giovani (dopo gli incidenti stradali), con 4mila decessi all'anno nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 25 anni, secondo le stime
"Malattie come anoressia, bulimia o il binge eating - spiega - sono patologie invalidanti, potenzialmente mortali, che compromettono non soltanto la salute fisica e il funzionamento sociale dell'individuo, ma colpiscono ambo i sessi in età fertile con gravi conseguenze sul benessere riproduttivo e, quindi, sulla possibilità di avere figli. Si parla tanto di lotta alla denatalità ed il vuoto assistenziale che riguarda i disturbi alimentari aggrava il problema: la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione rientra tra gli interventi per tutelare la fertilità della donna, visto che uno dei sintomi è l'amenorrea (assenza di ciclo)". Per questo "servono le risorse per i servizi e i centri di cura sul territorio, per la formazione del personale specializzato e per dare sostegno alle famiglie: chi si prende cura del disagio familiare che queste patologie comportano?".
"Lo definisco un 'cancro dell'anima' perché di disturbi del comportamento alimentare si muore", rimarca Possemato: "Malgrado la gravità di una patologia così complessa e difficile da diagnosticare ai primi sintomi, e che ha conseguenze fatali - prosegue - occorrono fondi per finanziare le cure ed i protocolli assistenziali. Si, perché dire 4mila morti in Italia ogni anno significa contenere un numero di vittime, per lo più giovani sotto i 25 anni, che non tiene conto di chi muore per altre cause come conseguenza dei ritardi diagnostici e per il mancato accesso alle cure perché ci sono liste d'attesa troppo lunghe, che diventano fatali". Il "taglio di spesa pubblica introdotto dalla legge di Bilancio 2024 in attesa che i fondi diventino strutturali con l'entrata in vigore dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) - conclude Possemato - segna uno stop alla creazione di servizi di assistenza ed il ridimensionamento di quelli che già esistevano".