Zona arancione per Lombardia, Piemonte e Calabria dal 29 novembre
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Mar, Mar

Zona arancione per Lombardia, Piemonte e Calabria dal 29 novembre

Zona arancione per Lombardia, Piemonte e Calabria dal 29 novembre

Cronaca
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Lombardia, Piemonte e Calabria in zona arancione. Liguria e Sicilia in zona gialla. Da domani 5 regioni cambiano colore e adottano nuove regole in base all'ordinanza del ministro Roberto Speranza valida fino al 3 dicembre.

Zona arancione per Lombardia, Piemonte e Calabria dal 29 novembre
Zona arancione per Lombardia, Piemonte e Calabria dal 29 novembre

 

Con il provvedimento "si dispone l'area arancione per le Regioni Calabria, Lombardia e Piemonte e l'area gialla per le Regioni Liguria e Sicilia. L'ordinanza sarà in vigore dal 29 novembre". Rimangono in zona rossa Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana. L'ordinanza, anche in questo caso, è valida fino al 3 dicembre. 

Nelle ore in cui prende forma il nuovo Dpcm in vista di Natale e mentre il report Iss-ministero ha indicato un Rt nazionale a 1,08, i provvedimenti varati da Speranza ovviamente sono state accolti con reazioni diverse dai governatori delle regioni 'promosse' o 'rimandate'. 

"Bisogna far capire ai cittadini che non è iniziata la stagione del liberi tutti, in cui ci si può comportare come ci si comportava prima. Credo che sia una notizia positiva che segue tutti i numeri che sono sempre stati positivi in questi ultimi giorni e che continuano a esserlo. Però non bisogna abbassare la guardia", ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Gli effetti dell'ordinanza sono noti, secondo le misure definite a novembre: "I negozi verranno riaperti, la scuola media verrà svolta in presenza e all'interno del Comune si potrà circolare liberamente senza autocertificazione. Le scuole medie da lunedì possono riaprire" in presenza anche per le seconde e terze classi. "Se poi qualche scuola non riuscirà ad arrivare in tempo" potrà continuare con la didattica a distanza, ha aggiunto. 

Situazione diversa in Piemonte. "Dobbiamo vivere questo momento con grande prudenza e responsabilità, non è un traguardo la zona arancione ma un passaggio che ci deve portare alla zona gialla, ma soprattutto per sempre. Questo è il motivo per cui oggi ho radunato gli epidemiologi e abbiamo deciso che in Piemonte per la seconda e la terza media continuerà la didattica a distanza e che prevediamo con una mia ordinanza misure anti assembramento soprattutto per i centri commerciali perché il sacrificio è doloroso per tutti e non deve essere sprecato", ha spiegato il governatore Alberto Cirio al Tg regionale. 

Di tono totalmente diverso le parole dei governatori ancora costretti a fare i conti con le restrizioni proprie della zona rossa. "Ieri abbiamo ricoverato un cittadino biellese perché tante rianimazioni del Piemonte erano sature. Oggi deduciamo (da Roma non arrivano comunicazioni) che rimarremo zona rossa e ad ora non sappiamo perché. Roma deve darci risposte chiare, questa non è serietà", ha twittato il governatore della Valle d'Aosta Erik Lavevaz. "La Giunta regionale si riserva azioni politiche dopo l'annuncio del governo che conferma la Valle d'Aosta in zona rossa -ha fatto sapere la Regione con una nota-. La mancata spiegazione dei criteri di analisi dei dati e l'assenza di comunicazioni tempestive preoccupano la Giunta regionale della Valle d'Aosta, che si riserva ogni azione politica nelle prossime ore, dopo l'annuncio governativo che conferma la Regione autonoma come 'zona rossa'". 

Meno formale la posizione del presidente della Campania, Vincenzo De Luca. "Apprendo con viva emozione la decisione del Governo sulle zone Covid. Noi siamo com'è noto, da sempre, per la linea del rigore e della prudenza", ha commentato. "Dunque esprimo la mia piena condivisione, purtroppo solo virtuale, visto che l'unica zona rossa realmente esistente da noi è la zona dell'aglianico. Tutto il resto è propaganda. I controlli sono pari a zero. Sono in libera uscita tutti, tranne i venditori di pantofole di panno beige", ha aggiunto. 

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