Un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato, sviluppato da ricercatori dell'università 'Magna Graecia' di Catanzaro, è in grado di riconoscere un particolare sottogruppo di leucemia linfoblastica acuta, quella di tipo T, e di attivare la risposta immunitaria dell'organismo per contrastare la malattia. Lo dimostra uno studio
"Diversi anni fa, nei nostri laboratori - spiega Pierfrancesco Tassone, responsabile dell'Unità di Oncologia medica traslazionale dell'università di Catanzaro - abbiamo scoperto un nuovo bersaglio antigenico specificamente espresso da cellule di leucemia acuta di tipo T (T-All), e su di esso abbiamo generato un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato e un suo derivato ingegnerizzato bi-specifico, chiamato Bispecific T Cell Engager (Btce), capace di attivare una potente risposta immunitaria citotossica. E' un nuovo agente terapeutico molto promettente per il trattamento di leucemie pediatriche e dell'adulto del tipo T, meritevole di sviluppo clinico a tempi brevi".
"Nel caratterizzare l'anticorpo monoclonale, chiamato ahuUmg1, generato nei laboratori dell'università di Catanzaro - riferisce Giuseppe Gaipa, responsabile dell'Unità di Citometria e Terapia molecolare del Centro di ricerca Tettamanti - abbiamo scoperto che quest'ultimo riconosce in modo specifico più dell'80% dei pazienti con un particolare sottotipo di leucemia linfoblastica acuta di tipo T (T-All)". Questa proprietà 'sentinella', una sorta di 'capacità diagnostica', si associa inoltre a "una funzione terapeutica di uccisione delle cellule leucemiche, grazie alla collaborazione dell'anticorpo con le cellule Natural killer presenti nel nostro sistema immunitario". La leucemia linfoblastica - ricorda una nota - acuta è il tumore più frequente in età pediatrica, costituendo in questa fascia di età l'80% delle leucemie e circa il 25% di tutti i tumori diagnosticati tra 0 e 14 anni. La massima incidenza si registra tra i 2 e i 5 anni, per poi calare con l'aumentare dell'età.