"Il ruolo del farmacista ospedaliero per quanto riguarda le malattie rare non si limita soltanto alla gestione degli acquisti o della logistica. Attraverso alcuni strumenti, quali i registri dell'Aifa o la farmacovigilanza", questo professionista "svolge un ruolo importante nell'attività di monitoraggio, supportando in questa
"Una delle maggiori criticità - ha ricordato l'esperta - è lo scarso coordinamento che a volte c'è tra ospedale e territorio, che tradotto vuol dire che i percorsi terapeutici non sono definiti o non sono condivisi. Tutto questo sicuramente ha delle ripercussioni sui pazienti: ritardi nell'erogazione della terapia e scarsa appropriatezza delle cure. La soluzione? Il farmacista ospedaliero si deve inserire come una figura professionale in grado di mediare tra questi due mondi, il mondo dell'ospedale e del medico prescrittore e quello del territorio".
Tra gli obiettivi del farmacista ospedaliero, ha evidenziato ancora Corsetti, ci sono "l'implementazione del numero dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta), condividerli tra le varie Regioni, la redazione del prontuario specifico per le malattie rare, la redazione di Standard operating procedure (Sop) interne ad ogni ospedale, per tipologia di malattia rara, e il supporto al clinico (gara regionale di medicinali, dispositivi e alimenti speciali). Il farmacista è responsabile della sicurezza e dell'efficacia del farmaco e quindi deve monitorare il paziente sia dopo l'infusione e gestendo le tossicità farmacologiche".