"Una delle maggiori cause di diffusione del virus è stata la mancanza di univocità e chiarezza di informazione alla popolazione. Alla luce di quanto emerso ultimamente, è fuori di dubbio che il virus è in piena circolazione e può colpire anche i soggetti vaccinati con la terza dose. Il vaccino sicuramente
Il messaggio chiaro da veicolare - ribadisce Giorlandino - deve "far comprendere ai cittadini che l’esistenza del vaccino non garantisce a chi lo ha fatto di essere immune e non potenzialmente virale, poiché si può comunque essere contagiati, seppur in forma più blanda e leggera. Per questo - ammonisce - è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a rispettare il distanziamento e l’uso dei dispositivi di sicurezza, quali le mascherine, soprattutto in posti affollati, evitando l’inutile corsa ai Pronto Soccorso, che crea solo situazioni di panico e di sovraffollamento; di contro, è sempre meglio – ove possibile – affidarsi a terapie domiciliari".
Inoltre - prosegue Giorlandino - "è di fondamentale importanza fornire la corretta informazione sulla tempistica con cui effettuare i diversi tipi di test anti Covid-19. Ho più volte segnalato al ministero della Salute - riferisce - la necessità che si informi la popolazione sul fatto che l’unico test valido che fornisce una diagnosi certa è il tampone molecolare, sia nasofaringeo che salivare, purché eseguito dopo la quinta giornata dal presunto contatto o contagio, mentre per avere una risposta affidabile con i tamponi antigenici rapidi gli stessi vanno eseguiti soltanto dopo la settima/nona giornata".
E ancora, "sarebbe più corretto effettuare il test antigenico rapido 'quantitativo', in luogo di quello 'qualitativo', perché è un test più attendibile, che viene eseguito da microbiologi presso laboratori autorizzati di analisi cliniche e fornisce dei valori esatti, con una risposta più precisa sullo stato virale del paziente. Il tampone antigenico 'qualitativo' - spiega - può fornire una maggiore attendibilità solo se ripetuto ogni 6 giorni, per monitorare ciclicamente lo stato virale del paziente, con la consapevolezza però che nei primi 6 giorni il soggetto potrebbe essere potenzialmente virale".
"Occorre evitare - prosegue - il fenomeno avvenuto all’inizio della pandemia, che a mio avviso ha fortemente contribuito alla propagazione del virus, consistente nell’immediato ricorso ai tamponi antigenici qualitativi forniti dalle farmacie immediatamente dopo il presunto contagio o contatto o immediatamente prima di andare ad una festa, perché eseguire un tampone prima della tempistica sopra evidenziata può fare avere risultati falsamente negativi, che consentono a soggetti asintomatici, seppur positivi, di continuare a girare favorendo la diffusione del virus. Essendo presente sul territorio in modo capillare con la mia rete di centri - riferisce - ho avuto modo di fotografare quotidianamente la reale situazione di fatto, e devo purtroppo riscontrare che negli ultimi giorni si è registrato un incremento di oltre il 20% dei soggetti positivi, ciò è sicuramente dovuto anche alla frenetica corsa ai tamponi antigenici qualitativi senza il rispetto della corretta tempistica".
"Infine, ci tengo a ribadire l’opportunità che tutta la popolazione si sottoponga a periodici screening del sangue per valutare la presenza di anticorpi, al fine di avere un quadro chiaro della propria situazione virale. A tale riguardo, sarà nostra cura continuare a monitorare la situazione, fornendo subito dopo le feste i dati dei vaccinati e non vaccinati, suddivisi per quartiere e tipologia di vaccino eseguito. Auspico che per i prossimi giorni di festa la popolazione cambi rotta e adotti le giuste forme di precauzione attraverso il distanziamento e l’uso dei dispositivi di protezione individuali, necessari, anzi indispensabili, ad impedire una nuova ondata", conclude.