Diabetologo Brandoni: "Malattia in aumento, sport la principale terapia"
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
19
Ven, Apr

Diabetologo Brandoni: "Malattia in aumento, sport la principale terapia"

Salute e Benessere
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - "La popolazione con diabete è in costante aumento: sono oltre 450 milioni i diabetici nel mondo" e "in Italia ogni giorno registriamo 22mila nuovi casi di sindrome metabolica caratterizzata da iperglicemia, l'equivalente degli abitanti di una città di medie dimensioni. Non solo: nel nostro Paese la patologia segna

un +5% rispetto al 2021. Un dato in parte fisiologico, ma anche dovuto al fatto che le persone durante la pandemia hanno assunto più calorie e praticato meno sport. Tuttavia, l'attività fisica per le malattie metaboliche è una terapia a tutti gli effetti, la principale. Per questo 'farmaco' il dosaggio consigliato è 30 minuti di esercizio al giorno, tutti i giorni della settimana, per ridurre il rischio delle complicanze nel diabete, purché sotto controllo dello specialista diabetologo e del medico di medicina dello sport". Così Gabriele Brandoni, direttore Diabetologia dell'Ospedale di Macerata e consigliere federale della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi).  

In Italia, afferma Brandoni, i diabetici "sono l'8% della popolazione generale; di questi, il 10% sono pazienti con diabete di tipo 1, il 90% invece fa i conti con il diabete di tipo 2. Tutti i diabetici possono praticare uno sport, ma non tutti gli sport sono adatti a ciascun diabetico", tiene a precisare l'esperto. Le persone con diabete di tipo 1 - la forma caratterizzata dall'assenza totale di secrezione insulinica che si può curare solo con l'insulina e che colpisce soprattutto i giovani - secondo Brandoni "possono praticare nuoto, calcio, ciclismo e danza, ma devono evitare alpinismo, motociclismo e automobilismo. Il motivo? Trattandosi di pazienti insulino-dipendenti, dobbiamo essere sicuri che non vadano incontro a episodi di ipoglicemia. Anche in soggetti con ottimo controllo del diabete è un rischio che non possiamo correre, quindi è meglio evitare questi sport. Le immersioni subacquee, invece, sono consentite, ma solo se i pazienti sono ben compensati e accompagnati da un istruttore".  

Anche le persone con diabete di tipo 2 - la forma più frequente, non a caso interessa il 90% dei pazienti con diabete, soprattutto dopo i 40 anni, in sovrappeso e obesi - per l'esperto possono svolgere qualsiasi attività sportiva, "purché ben compensati e valutati dal punto di vista cardiaco, oculare e nefropatico".  

L'esercizio fisico è indicato in "tutti i pazienti diabetici, qualsiasi età essi abbiano - aggiunge Brandoni - Dobbiamo però essere bravi a 'prescrivere' l'esercizio più idoneo per il paziente giovane, adulto o anziano. Nel diabetico di tipo 1 dobbiamo controllare la glicemia prima dell'attività fisica. Se tale attività è di lunga durata, dobbiamo controllare i valori della glicemia anche durante e dopo l'esercizio, perché va ridotto il carico di insulina. Se per esempio il diabetico pratica un'attività motoria di 30-40 minuti, dobbiamo ridurre l'insulina del 25% all'inizio e poi, successivamente, di un ulteriore 25%. Se invece l'esercizio fisico dura 60-90 minuti, allora dobbiamo diminuire del 50% il dosaggio insulinico". In buona sostanza, "tutti i pazienti diabetici traggono giovamento dall'attività motoria. Noi specialisti consigliamo di farlo con moderazione e sempre sotto controllo del medico diabetologo e del medico di medicina dello sport", raccomanda lo specialista.  

Prima di intraprendere qualsiasi attività sportiva, il paziente diabetico deve fare gli "esami ematochimici completi - avverte Brandoni - oltre a sottoporsi all'elettrocardiogramma, alla visita oculistica, eseguire un doppler degli arti inferiori e dei vasi del collo". Devono invece "assolutamente evitare di fare sport i pazienti che non sono ben compensati, se hanno una glicemia troppo alta o troppo bassa prima dell'inizio dell'attività motoria. Quindi, il controllo della glicemia prima durante e dopo l'esercizio fisico è fondamentale. Nel caso di glicemia troppo bassa il paziente-atleta deve mangiare qualcosa, soprattutto zuccheri semplici, e portare i valori della glicemia tra gli 80 e i 120 mg/dL, solo a quel punto può iniziare l'attività motoria. Se la durata dell’esercizio fisico supera i 30 minuti, la persona diabetica deve assumere anche dei carboidrati complessi o semplici a lento rilascio per evitare una riduzione della glicemia".  

Secondo l'esperto, l'esercizio fisico per le malattie metaboliche "è una terapia a tutti gli effetti. Ne gioverebbero anche quei giovani, soprattutto adolescenti e bambini, in sovrappeso e obesi che sono in costante e preoccupante aumento in Italia, dove il tasso dell'obesità infantile è al 40%". Con "l'attività motoria ridurremmo il rischio delle complicanze nel diabete e miglioreremmo la qualità di vita di questi ragazzi", conclude Brandoni.  

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.