(Adnkronos) - "Siamo sempre più esposti a virus con cui, in natura, non venivamo in contatto normalmente. Le alterazioni prodotte nell'ambiente e la sovrappopolazione del pianeta sono all'origine di questo cambiamento". Lo spiega Giorgio Palù, professore emerito di virologia dell'Università di Padova e presidente
Le ragioni di questa maggiore vulnerabilità, quindi, sono strettamente legati al nostro modello di sviluppo. "Stiamo popolando il pianeta in maniera elevata - precisa Palù - gli abitanti della terra sono in netta crescita e stiamo occupando tutta una serie di nicchie ecologiche che appartenevano ad animali selvatici". Non solo. "Stiamo allevando massivamente animali - mucche, maiali, polli, anatre ma anche esemplari da pelliccia - in ambienti in cui vivono a contatto tra loro. In Cina ci sono poi i mercati degli animali vivi, dove le diverse specie sono tutti insieme. Questo favorisce i virus nel salto di specie".
A questo si aggiunge, continua il virologo, "che alteriamo l'ambiente con deforestazioni, interventi che portano per esempio i pipistrelli in città. Ci si sposta, inoltre, con estrema facilità da una parte all'altra del pianeta: l'anno scorso 4 miliardi di persone hanno preso l'aereo e quindi quello che avviene in Cina oggi il giorno dopo può avvenire in Sud America". Se ciò non bastasse "il cambiamento climatico porta zone temperate a divenire tropicali e questo fa sì che nuove specie di insetti si insedino dove non erano mai state", conclude.