(Adnkronos) - "Nei programmi elettorali manca l'oncologia. Abbiamo letto solo vaghi accenni alla necessità di riprendere gli screening interrotti durante la pandemia" di Covid, "ma non vi è nessuna visione di sistema che ponga la prevenzione al centro della lotta contro il cancro, che deve includere anche la riduzione dei tempi
"A causa della pandemia - ricorda - gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di 2,5 milioni di esami nel 2020 rispetto al 2019. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi in meno) e 2.782 lesioni precancerose della cervice uterina. Non basta far riferimento solo alla necessità di riavviare questi programmi di prevenzione secondaria, che restano fondamentali", avverte Cinieri. "Serve un vero e proprio piano di recupero che parta dagli stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante - precisa Giuseppe Curigliano, membro del direttivo nazionale Aiom, professore di Oncologia medica all'Università Statale di Milano e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) del capoluogo lombardo - L'esempio è rappresentato dal Piano europeo di lotta contro il cancro, approvato il 3 febbraio 2021 e articolato in 10 iniziative faro e molteplici azioni di sostegno. Per ognuna sono individuati gli obiettivi, le risorse a disposizione e i tempi necessari".
Ogni anno in Italia sono 377mila le nuove diagnosi di cancro, sottolinea l'Aiom, evidenziando che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati agendo su fattori di rischio prevenibili, appunto sugli stili di vita, "voce quasi del tutto assente" nei programmi di partiti e coalizioni. Eppure è di 19,3 miliardi di euro il costo annuale dei tumori nel nostro Paese, rimarcano gli specialisti. In 8 anni, dal 2014 al 2021, la spesa per i farmaci oncologici è aumentata del 73% da 2,3 a 4 miliardi. A fronte di una costante crescita delle uscite per la cura del cancro, migliora sempre più la sopravvivenza a un quinquennio, attestandosi al 65% nelle donne e al 59% negli uomini (era del 63% e del 54% nella rilevazione precedente aggiornata al 2015). Un risultato ottenuto proprio grazie alle campagne di prevenzione e alle terapie innovative, che permettono in molti casi di cronicizzare la malattia o di ottenere la guarigione con consistenti risparmi in altre voci di spesa sanitaria e sociale, e che gli oncologi chiedono di valorizzare ed estendere.
Il fattore di rischio oncologico principale è "il fumo di sigaretta, associato all'insorgenza di una neoplasia su tre e a ben 17 tipi di cancro, oltre a quello del polmone - aggiunge Cinieri - Non solo: anche una dieta corretta e la regolare attività fisica possono ridurre fino al 30% il rischio di sviluppare la malattia. Il movimento fisico esercita effetti preventivi e terapeutici e può essere paragonato a un farmaco che, opportunamente somministrato, previene gravi malattie come i tumori e ne impedisce lo sviluppo, garantendo considerevoli vantaggi ai cittadini e risparmi al sistema sanitario. E' stimato che in Italia i fattori di rischio comportamentali, e quindi modificabili, siano responsabili ogni anno di circa 65mila decessi per cancro e il fumo di sigaretta presenta il maggior impatto con 43mila morti".
"Nonostante queste evidenze - osserva il presidente Aiom - sono ancora troppi i sedentari: nel nostro Paese, il 31,5% della popolazione non pratica alcuna attività sportiva, il 32,5% è in sovrappeso e il 10,4% è obeso. Questi numeri aumentano fra le persone colpite da tumore. Ben il 38% dei pazienti oncologici è completamente sedentario, nonostante siano dimostrati i benefici dell'attività fisica nella prevenzione delle recidive e, più in generale, nel controllo della malattia".
Inoltre "devono essere abbreviati i tempi di accesso alle nuove terapie - insiste Curigliano - Il tempo che trascorre fra il deposito del dossier di autorizzazione e valutazione presso l'Ema, l'agenzia regolatoria europea, e l'effettiva disponibilità di un nuovo farmaco nella Regione italiana che per prima rende disponibile il trattamento, è di circa 2 anni e questo lungo processo può penalizzare fortemente i malati. La sfida futura è arrivare a una prevenzione personalizzata di ogni persona sulla base dei rischi genetici, e quindi non modificabili solo con gli stili di vita. Solo uno sviluppo di organizzazione, terapia e prevenzione personalizzata potrà offrire benefici tali da mantenere la sostenibilità del sistema sanitario, guarendo un numero sempre maggiore di pazienti".
"L'oncologia di precisione - puntualizza l'esperto - oggi include armi efficaci come le terapie mirate e l'immunoncologia che consentono di allungare la sopravvivenza anche nella malattia metastatica, in alcuni casi cronicizzandola. Nell'oncologia di precisione rientrano anche i test genomici, che permettono di limitare il ricorso alla chemioterapia dopo l'intervento chirurgico nelle donne con tumore del seno in stadio precoce. Risale a luglio 2021 la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto attuativo ministeriale che ha sbloccato i 20 milioni di euro del Fondo dedicato all'applicazione gratuita di queste analisi molecolari, che però non sono ancora utilizzate in modo uniforme sul territorio. Va superata la lunghezza degli iter burocratici a livello regionale - ammonisce Curigliano - perché tutte le pazienti abbiano la possibilità di accedere ai test genomici".