(Adnkronos) - La rivoluzione digitale è già in atto anche per la salute. "In un orizzonte temporale di 1-2 anni, l'innovazione tecnologica che sarà realmente disponibile per i servizi sanitari di tutti i giorni e che andrà a erogare prestazioni di telemedicina è sostanzialmente legata alle piattaforme
Nuovi processi e sistemi si associano a difficoltà e incognite. "Le difficoltà - spiega Gabbrielli, che è anche membro del comitato di garanzia del portale Alleati per la salute - attengono alla preparazione e alla competenza professionale specifica, in questo settore, degli operatori sanitari, ma ancora di più è cruciale la competenza reale delle persone che si occupano dell'amministrazione e gestione delle aziende sanitarie e ospedaliere. L'introduzione dei sistemi digitali comporta il doversi confrontare con procedure e processi consolidati: l'analogico e la burocrazia italiana che derivano da norme scritte molto tempo fa e che non prendono in considerazione l'evoluzione digitale".
Un altro nodo nevralgico è la normativa sulla dematerializzazione della ricetta medica anche per la dispensazione dei farmaci, iniziata durante il lockdown per l'emergenza sanitaria. "Nel 2006 - ricorda Gabbrielli - c'è stato un decreto che indicava la possibilità, da parte delle farmacie, di vendere prodotti online: non farmaci, ma cerotti, ad esempio. Da lì i farmacisti stessi hanno cercato di portare alla prescrizione dematerializzata. Pochi medici hanno insistito. Per anni si è discusso senza arrivare a soluzioni, poi a fine febbraio 2020 è arrivato il Covid e circa un mese dopo, a marzo, un'ordinanza della Protezione civile indicava che i farmaci dovevano essere prescritti solo online, bandendo il foglio di carta bianca e sostituendolo con il numero della ricetta inviato via Sms al paziente che, mostrando il codice al farmacista, otteneva il farmaco". In questi anni "non è stata aggiornata nessuna legge dello Stato in materia - evidenzia - Non è successo nulla di eclatante dal punto di vista normativo, nonostante le tecnologie fossero già disponibili nel 2014".
Nei prossimi 12-18 mesi, dunque, l'innovazione tecnologica più importante attesa riguarda l'uso dei dati. La gestione dei dati è ancora principalmente di tipo analogico. Le tecnologie digitali più impiegate utilizzano attualmente piattaforme di social o chat come Whatsapp, Fb e Zoom per scambiare, in difformità delle norme europee sulla privacy, solo a titolo individuale, in maniera non coordinata o strutturata, informazioni sanitarie. "La maggior parte delle Regioni non ha implementato queste piattaforme - precisa Gabbrielli - Il ministero ha pensato a una piattaforma di telemedicina con servizi software che permettono di erogare prestazioni di telemedicina, ad esempio fare videochiamate, utilizzare uno spazio di memoria, un'agenda. In cambio, il ministero chiede a tutti gli enti di fornire dati di attività e dei pazienti. Si tratta di trasformare in digitale tutti i dati di ogni ospedale e azienda sanitaria. E' questo - conclude l'esperto - il primo vero banco di prova della capacità di innovare il sistema".
L'articolo completo 'La telemedicina e le prossime innovazioni tecnologiche nella sanità italiana' è disponibile su alleatiperlasalute.it.