Covid: Msd, studio conferma efficacia e sicurezza antivirale molnupiravir
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
04
Sab, Mag

Covid: Msd, studio conferma efficacia e sicurezza antivirale molnupiravir

Salute e Benessere
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - La malattia Covid-19 fa meno paura, grazie all'adesione alla campagna vaccinale e alle armi terapeutiche. Per fare il punto sulla diffusione di Covid, sulle prospettive future della pandemia e della convivenza con il virus si sono ritrovati questa mattina epidemiologi e infettivologi, intervenuti a un media briefing online

organizzato da Msd. Fra i temi affrontati anche le nuove evidenze real-world sulla terapia antivirale con molnupiravir, farmaco che da gennaio 2022 è stato utilizzato nel trattamento di oltre 46mila persone. Gli ultimi studi Panoramic e Clalit - informa l'azienda - hanno prodotto importanti risultati e confermato il valore dell'antivirale orale sviluppato da Msd in questa pandemia in continua evoluzione, dove i tassi di vaccinazione sono elevati e la variante Omicron sembra causare una malattia meno grave, nonché meno ospedalizzazioni e morti.  

"Nell'ultimo periodo stiamo assistendo a un aumento del numero dei casi di infezione che, a mio avviso, potrebbero essere sottostimati per il semplice fatto che si ricorre alla diagnostica solo quando strettamente necessari - afferma Vincenzo Baldo, professore ordinario di Igiene all'Università di Padova e direttore dell'Uoc di Medicina preventiva e valutazione del rischio dell'Aou di Padova - Il virus, sebbene la variante Omicron abbia una maggior infettività, presenta una sua minor gravità. L'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità indica un Rt in aumento; si sta osservando anche un leggero incremento dell'occupazione dei posti letto dell'area medica e delle terapie intensive. Bisogna però capire se si tratta di accessi per Covid-19, ovvero il soggetto è giunto all'osservazione dell'ospedale per una sintomatologia da Covid-19, oppure se si è recato in ospedale per altre ragioni e poi è stato in maniera casuale trovato positivo. Questo è da considerare un indicatore di una patologia che sembra essere sempre più lieve rispetto al passato".  

"Le evidenze di Panoramic, studio inglese in real-world condotto su un grandissimo numero di soggetti, oltre 25mila persone randomizzate a ricevere molnupiravir in aggiunta alle cure tradizionali rispetto alle cure tradizionali da sole - spiega Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Genova, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova - dicono che non ha ridotto l'ospedalizzazione e la morte perché lo studio è stato realizzato su soggetti vaccinati e con un range di età molto ampio, mentre si è dimostrato un beneficio sulla rapidità di cura e la quantità della carica virale, con un'efficacia consistente negli effetti sulla vita quotidiana del soggetto che torna prima al lavoro e in comunità. Un problema dello studio Panoramic è che il range di popolazione trattata è veramente molto ampio e l'età media davvero bassa, 56 anni. Questo è stato il limite dello studio. E' assai probabile che molnupiravir offra il maggior beneficio in fasce più avanzate d'età". Quanto alle evidenze dello studio real-world Clalit, svolto in Israele, confermano ciò che lo studio di fase 3 Move-Out su molnupiravir ha dimostrato, ovvero una riduzione di ospedalizzazioni e mortalità nella popolazione più anziana, ad alto rischio di progressione in malattia grave.  

"Clalit è uno studio real world molto rilevante - commenta Ivan Gentile, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Napoli Federico II e direttore della Clinica di Malattie infettive dell'Aou Federico II di Napoli - che ha dimostrato come, su pazienti la cui età media era di circa 70 anni, vaccinati o che avevano contratto l'infezione, l'utilizzo di un antivirale come molnupiravir, somministrato nei primissimi giorni di malattia, ha ridotto in maniera significativa il rischio di ospedalizzazione, più che dimezzato, e il rischio di decesso, che si abbassa del 70%". 

"Questi dati sono molto significativi - rimarca - perché conoscevamo già l'efficacia di molnupiravir negli studi registrativi, che riduceva la progressione a malattia severa, ma i trial erano condotti su persone non vaccinate. Oggi abbiamo evidenze significative sull'uso di molnupiravir su pazienti over 65, fragili, vaccinati o che abbiano la malattia, per i quali l'utilizzo precoce dell'antivirale riduce l'ospedalizzazione e la morte in maniera importante. Tutto questo ha un impatto sul singolo paziente, ma ha anche ripercussioni sul sistema sanitario e sui costi".  

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.