Preoccupazioni ambientali, cambiamenti climatici in testa
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Preoccupazioni ambientali, cambiamenti climatici in testa

Sostenibilita
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(Adnkronos) - Cambiamenti climatici in cima alle preoccupazioni degli italiani. A seguire l'inquinamento dell'aria. In salita il dissesto idrogeologico dopo le conseguenze degli eventi estremi dell'anno passato. Istat presenta il report 'Preoccupazioni ambientali': "Nel 2024 i cambiamenti climatici si confermano il problema, in tema

ambientale, che maggiormente preoccupa i cittadini con più di 14 anni, confermando un primato ormai decennale. Manifestano questa attenzione quasi sei persone su 10 di 14 anni e più (58,1%), dato stabile rispetto al 2023". 

"Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 51,9% della popolazione, dato in aumento di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente - si legge - Meno frequenti sono la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (38,1%), quella per l’inquinamento delle acque (37,9%) e quella per l’effetto serra e il buco nell’ozono (32,6%), preoccupazioni stabili rispetto agli anni precedenti. Altri aspetti preoccupano meno di tre persone su 10: in fondo alla graduatoria ci sono le preoccupazioni per l’inquinamento elettromagnetico, per la rovina del paesaggio e per le conseguenze del rumore sulla salute".  

L’attenzione al dissesto idrogeologico, sebbene scesa di interesse nel periodo in esame (dal 34,3% nel 1998 al 28,5% della popolazione di 14 anni e più nel 2024), registra un aumento di 2 punti percentuali nel 2024 (contro il 26,5% del 2023), dopo una crescita di oltre 4 punti percentuali tra il 2023 e il 2022. Le conseguenze degli eventi estremi, che hanno colpito l’Italia anche nel 2024, in Emilia Romagna e altre regioni del Nord, sono alla base dell’aumento dei livelli di preoccupazione per questo indicatore fa notare Istat - nel 2024 si riscontra un aumento sul 2023 pari a 8,7 punti percentuali in Emilia Romagna e di 4 punti nelle regioni del Nord nel complesso.  

Rispetto all’inquinamento del suolo, dell’acqua e alla distruzione delle foreste il problema più sentito negli anni presi in esame è l’inquinamento delle acque, che interessa in maniera costante circa il 40% delle persone. La distruzione delle foreste, che preoccupava nel 1998 il 25,2% della popolazione, scende al 20,6% nel 2024. Continua a preoccupare stabilmente oltre due cittadini su 10 la questione dell’inquinamento del suolo (dal 20,3% nel 1998 al 22,2% nel 2024).  

Istat analizza, poi, anche i comportamenti ecocompatibili e gli stili di vita e di consumo. "L’attenzione alla conservazione delle risorse naturali, nel 2024, coinvolge una quota molto elevata di persone sopra i 14 anni. Sebbene si assista a una lieve discesa rispetto all’anno precedente, la quota di quanti fanno un uso virtuoso e senza sprechi di energia è pari al 71,4% (rispetto al 72,8% del 2023), mentre il 68,8% adotta un comportamento analogo rispetto all’utilizzo di acqua (69,8% nel 2023). Stabile, intorno al 50%, è la quota di quanti adottano abitualmente comportamenti di guida non rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Mostrano attenzione ai temi della sostenibilità ambientale anche il 36,4% della popolazione che legge le etichette degli ingredienti e il 23,5% che acquista prodotti a chilometro zero", si legge.  

"Nel Nord è più elevata rispetto alla media nazionale la percentuale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 51,3% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (47,8 nel Mezzogiorno) e il 20,2% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati (16,1% nel Mezzogiorno). Anche al Centro si nota un’attenzione verso comportamenti virtuosi nella mobilità (il 50,3% pone attenzione al rumore alla guida e il 17,4% usa mezzi di trasporto alternativi) - rileva Istat - I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (29,8% contro 21,8% del Nord) e perché evitano l’uso di prodotti usa e getta (24,1% rispetto al 17,6%)". 

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